Bernareggio: la banda di piromani«Le famiglie devono pagare tutto»

Bernareggio, la banda di piromaniIl Comune non sarà parte civile

Bernareggio – Centomila euro di danni e la decisione, secca, del Comune: saremo parte civile in tribunale contro i ragazzi e le loro famiglie. A dirlo è il vicesindaco di Bernareggio, il leghista Stefano Tornaghi, a pochi giorni dal rogo della scuola provocata da una banda di ragazzi. Domenica scorsa, 2 maggio, la bravata di un gruppo di adolescenti si è trasformata in una vera emergenza. I vigili del fuoco, la polizia locale e i carabinieri del Norm di Vimercate sono entrati in azione intorno alle 17 per la segnalazione dell’incendio nei magazzini della mensa del plesso scolastico di piazza Pertini: erano sati sette ragazzi tra i 12 e i 17 anni, sei dei quali frequentano la scuola. Sono stati presto identificati e presi.

Oltre alle conseguenze legali, i ragazzi ne avranno anche dalla scuola: mercoledì sera sono state comminate due settimane di sospensione a sei dei sette – uno non frequenta la scuola – cioè dieci giorni scolastici più i weekend. Il mattino faranno lavori socialmente utili, nelle associazioni di volontariato del paese. Il pomeriggio svolgeranno attività di recupero scolastico con insegnanti in pensione richiamati in servizio, oppure con altre insegnanti dell’isitituto, che faranno volontariato. Il collegio docenti, martedì, ha condannato in una mozione quanto successo e ha chiesto comunque al Comune di impegnare più risorse delle politiche sociali.

«Faremo di tutto per fargli capire la sciocchezza che hanno fatto. Una sciocchezza da 100mila euro». È fermo e risoluto il vicesindaco, Stefano Tornaghi, quando parla di quello che è successo alla scuola: «Il comune si costituirà parte civile in un eventuale procedimento a carico dei minori e delle loro famiglie – e ha aggiunto – appena sarà possibile li metteremo a fare lavori socialmente utili. È un impegno che mi voglio assumere davanti a alla cittadinanza. Non possiamo far passere sotto silenzio una cosa del genere». Questo è il pensiero di Tornaghi dopo che le fiamme si sono spente. Ma in quei momenti concitati Tornaghi aveva altre priorità: «Siccome il sindaco Emilio Biella era fuori città – ha spiegato – ero il sindaco pro tempore. Per questo motivo non mi sono assunto la responsabilità di riaprire immediatamente la mensa e far mangiare il bambini in un locale che è stato lambito dalle fiamme».

Infatti per più di mezz’ora le fiamme hanno scaldato la soletta della mensa. E precauzionalmente i bambini, fino a mercoledì, hanno mangiato nelle loro aule. Per fortuna però la struttura non è stata intaccata in modo irreparabile: «I bambini sono tornati in mensa nella giornata di mercoledì – ha confermato lo stesso Tornaghi – dopo che sono stati fatti tutti gli interventi e gli accertamenti del caso». Un altro aspetto importante è economico: «La stima complessiva dei danni potrebbe arrivare anche a 100mila euro – ha detto il vicesindaco – nel rogo sono scoppiati tutti gli infissi e sono andati bruciati diversi mobili contenuti nello scantinato. Per fortuna il comune è assicurato contro questi tipi di rischi». Dei ragazzini coinvolti, almeno un paio erano già noti ai servizi sociali.

«Condanniamo il gesto con risolutezza». Sono le prime parole di Daniele Zangheri, il leader della minoranza di Con Bernareggio, che ha poi aggiunto: «I ragazzi devono pagare fino in fondo per il gesto che hanno fatto. Le famiglie devono rendersi conto che l’educazione non può essere demandata solo alla scuola». L’auspicio di Zangheri è chiaro: «Le famiglie dovranno risarcire fino in fondo il danno causato dai figli. Ai ragazzi dovrà essere comminata una punizione esemplare: la sospensione è il minimo che possa capitare». Ma lo stesso leader della minoranza lancia un monito: «Di fronte a questo atto risulta necessario mettere in campo politiche serie per l’educazione dei nostri ragazzi. Altrimenti i costi che la collettività sarà costretta a pagare saranno molto più alti di quelli, che impegna una seria politica di educazione giovanile».

Lo stesso Zangheri conclude dicendo: «Questo è un chiaro segnale di come si stia evolvendo la società. È un brutto lato della nostra comunità che è venuto alla luce nel peggiore dei modi». Anche i Riformisti, con il loro capogruppo Silvio Brienza, condannano l’episodio: «Un gran brutto gesto che deve essere punito. Per fortuna sono servite le telecamere che la passata amministrazione aveva deciso di installare, nonostante alcuni malumori della vecchia maggioranza». Nell’intera vicenda Brienza trova anche un lato meno negativo degli altri e lo sottolinea: «La struttura della scuola è solida e non ne è stata compromessa la stabilità e l’agibilità». Lo stesso Brienza ha concluso il suo pensiero dicendo: «La legge, in questi casi, dovrebbe essere più dura anche con i minori che commettono simili atti».
Lorenzo Merignati