Bambino di cinque anni con possibile disprassia. Che cosa può comportare?

Una diagnosi da effettuare e una mamma preoccupata. Risponde la dottoressa Giulia Casiraghi, terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva.
Sos Genitori
Sos Genitori Chiara Pederzoli

Buongiorno, mio figlio ha cinque anni ed è goffo e poco coordinato, attualmente sta iniziando un percorso diagnostico riguardo la disprassia, a quali difficoltà può andare incontro un bambino con questa diagnosi? Inoltre una volta terminata la valutazione, ci sono possibilità di miglioramento?
Una mamma preoccupata

Buongiorno, come avrà avuto occasione di riscontrare nel suo bambino, i soggetti con disprassia hanno come caratteristica principale la difficoltà di coordinazione motoria. Non conoscendo il suo caso specifico, provo a darle un quadro generico sulla disprassia.

Nelle abilità che riguardano la motricità globale, i bambini disprassici, possono essere più impacciati, poco coordinati e lenti rispetto ai coetanei. Per esempio nel salire le scale, usare la bicicletta, arrampicarsi ecc.

A livello di coordinazione fine, quindi parliamo dell’uso delle mani, faticano nel disegno, allacciare bottoni, usare le cerniere, sciogliere nodi, avvitare, svitare, modellare del materiale plastico e tutte quelle attività che richiedono un uso specializzato della mano.

Spesso si riscontrano difficoltà nelle abilità visuospaziali, con conseguente fatica nel gestire e organizzare lo spazio di gioco, del tavolo e l’ordine sul foglio è spesso confuso.

La copia di figure, di lettere e di numeri è lenta, imprecisa e a volte non orientata o posizionata correttamente.

Anche le sequenze temporali risultano deficitarie, ci può essere confusione fra i concetti di prima e dopo, difficoltà a comprendere la sequenza degli eventi della giornata, i giorni della settimana, i mesi e le stagioni.

A volte possiamo rilevare fatica anche nelle sequenze quotidiane come il vestirsi o nelle azioni di routine giornaliera.

Altro campo in cui si ritrovano abilità inferiori rispetto all’età è quello delle funzioni neuropsicologiche, quindi parliamo di attenzione, memoria e capacità di pianificazione.

Con l’inizio della scuola primaria, potrebbero emergere difficoltà specifiche riguardanti gli apprendimenti scolastici, come la lettura e la scrittura.

A volte anche nel linguaggio possiamo riscontrare imprecisione nell’articolazione corretta dei suoni o nella composizione della frase con tutti gli elementi corretti e collocati nel posto giusto.

Con ciò le ho fatto un piano generale delle difficoltà a cui potrebbe andare incontro il suo bambino.

Rispondendo alla sua ultima domanda, si, è possibile aiutare il bambino a migliorare le sue capacità, seguendo un piano riabilitativo con un neuropsicomotricista specializzato nel trattamento della disprassia. Nel caso ci fossero difficoltà anche nel linguaggio le consiglio di iniziare un percorso logopedico oltre a quello neuropsicomotorio.

Giulia Casiraghi *

* Laureata all’Università di Milano Bicocca, è TNPEE – Terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva. Iscritta all’albo professionale dei terapisti della neuropsicomotricità dell’età evolutiva n°448. Si occupa di età evolutiva, in particolare segue bambini e ragazzi tra zero e 18 anni con disturbi del neurosviluppo. Lavora come libera professionista a Milano e nella provincia di Monza e Brianza. Info: mail, Facebook, Instagram.