«Balene, dune e microchip. Sette anni in giro per il mondo», un volume di parole e immagini che racconta 34 luoghi sparsi in tutto il mondo. I testi sono di Luigi Alfieri, giornalista e scrittore giramondo, capo redattore alla gazzetta di Parma. Le fotografie sono di Alessandro Gandolfi, redattore di Repubblica che ha lasciato la scrivania per girare i cinque continenti con la reflex a tracolla.
«Balene, dune e microchip», (Mup editore, 20 euro) verrà presentato a Parma giovedì 19 maggio alle 17.30 a Palazzo Sanvitale. Nel titolo ci sono le dune perché si parla molto di deserti, quelli fatti di sabbia, ma anche quelli verdi, come le brughiere della Mongolia e della Patagonia. Le balene sono quelle della baia di Samanà, in Repubblica domenicana, che si fermano a centinaia per riposarsi dopo il lungo viaggio alla ricerca del caldo che le ha portate dal Maine al mar del Caribe, ma sono anche quelle, fossili, vecchie di milioni di anni, che si trovano nel Grande Deserto Occidentale dell’Egitto.
Dalla natura alla tecnologia: i microchip sono il simbolo della società post moderna, di Shangai, di Pechino, di Tokio. «Le città dove l’uomo – scrive Alfieri – corre come una pallina da flipper impazzita. Vive ai ritmi frenetici dettati da internet, dai telefonini, dalla comunicazione digitale, dal neo consumismo asiatico, più veloce, freddo, impersonale e spietato di quello euroamericano».
Il gioco dell’autore sta nel contrapporre i ritmi originari della natura, quelli della savana, del deserto, delle vette andine, della foresta amazzonica, ai ritmi delle megalopoli che stanno nei paesi dell’oriente estremo. Un ossimoro per fare capire che nel mondo succede qualcosa di sbagliato, un ammonimento a guardare tra le dune, nelle praterie, tra le acacie africane, per ritrovare, se stessi. Anche con l’aiuto di un libro pieno di colori, sensazioni e sogni.