Monza – Per scelta non scrive sceneggiature, ma si lascia guidare dalle immagini, dai racconti, dalle esperienze dei suoi protagonisti. È successo anche davanti alle storie di giovani pazienti oncologici in cura al San Gerardo di Monza e all’Istituto dei tumori di Milano, protagonisti del nuovo lungometraggio di Andrea Caccia che sarà presentato domenica alle 20 al cinema Gnomo di Milano. Il titolo, “Mi piace quello alto con le stampelle”, è una frase di Federica, una confidenza fatta in reparto che sottolinea la voglia di piacere e piacersi, nonostante tutto. Nonostante la malattia.
«Il film nasce dalla volontà dell’associazione Magica Cleme – spiega il regista – di raccontare il percorso di un ragazzo a cui viene diagnosticata una leucemia o un’altra forma tumorale per superare il momento difficile del rientro a scuola, tra gli amici, i compagni di sempre dopo il lungo percorso di cura». «Sono solo un banco vuoto», è una frase di uno dei nove protagonisti del lungometraggio, che Andrea Caccia ha fatto sua: «Sintetizza tutta la storia e il significato del film. La voglia di non essere più un banco vuoto, ma di ritrovare le attenzioni e la vicinanze delle persone care». Nove giovani pazienti hanno accettato di essere ripresi in ospedale e fuori, durante la chemioterapia, ma anche i momenti di svago, di shopping, di studio. Tra luce ed ombra, fiducia e paura, si snoda il racconto di giorni difficili e importantissimi, vissuti con il coraggio di una normalità straordinaria, che non cede alla malattia, ma anzi sembra del tutto intenzionata a metterla ai margini.
Ecco Elena ripresa durante una nuotata nel lago di Lecco insieme al papà, Silvia che studia per prepararsi all’esame di maturità, Giulia in un pomeriggio di tuffi in un parco acquatico, Andrea che si esercita al clarinetto, Giulia che si allena nel twirling, Antonio che viene da Roma,Denise e Federica che hanno lasciato gli amici in Sardegna, Meggie che è albanese, ma vive da anni a Legnano. Il film come lo intende Caccia diventa un’occasione per conoscere le cose. Lo aveva già dimostrato in “Hospice”, “La vita al tempo della morte”, “Vedozero”.
«Prima di girare ho trascorso molto tempo accanto ai ragazzi, ho cercato di trovare uno spazio vicino a loro. Alla fine ne è uscito un film con pochi dialoghi, in cui sono le immagini a parlare. Ho filmato luoghi difficili come gli spazi angusti della chemioterapia, ma anche i momenti di svago. Sono convinto di aver ricevuto molto». Il film è un dvd «già distribuito in settanta scuole lombarde dove esiste il progetto della scuola in ospedale – spiega Bill Niada, presidente di Magica Cleme – l’obiettivo è portarlo in giro per l’Italia». Una serata a Monza? «Mi piacerebbe – conclude Niada – anzi lancio la proposta agli amministratori».
Rosella Redaelli