Auser, trasporto anziani a rischioFondi all’osso e pochi volontari

Dal trasporto degli anziani, a quello nei centri di oncologia, fino all'invecchiamento dei volontari, sono diverse le criticità che stanno mettendo a dura prova l'Auser, presente con 190 volontari su 19 comuni della Brianza.
Auser, trasporto anziani a rischioFondi all’osso e pochi volontari
Auser Lissone, trasporto anziani a

Monza – «La nostra è la preoccupazione di molte associazioni: con il tempo non saremo più in grado di fornire risposte». È un appello quello che il presidente di Auser Monza e Brianza Gian Mario Boschiroli lancia al territorio: dal trasporto degli anziani, a quello nei centri di oncologia, fino all’invecchiamento dei volontari, sono diverse le criticità che stanno mettendo a dura prova l’Auser, presente con 190 volontari su 19 comuni della Brianza, tra cui Monza.

Cinque per mille
– Auser che quest’anno ha evidenziato un bilancio ancora in positivo, grazie a 35 mila e 600 euro incassati dal cinque per mille riferito a dati del 2008 e che sono stati utilizzati in parte per l’acquisto di un automezzo. «Ma per l’anno prossimo – ha specificato Boschiroli – dal 5 per 1000 non abbiamo ancora ricevuto nulla, e questo crea delle difficoltà all’Auser come alle altre associazioni che invece ci contano».

Costo della benzina
– E le casse piangono: «Il bilancio preventivo del 2012 è in sofferenza di 9 mila euro e questo si ripercuoterà inevitabilmente sul servizio. Il problema è che pochi comuni hanno una convenzione, come ad esempio Muggiò che ci ha dato in appalto il trasporto di persone in difficoltà per 10 mila euro all’anno. Ma anche in questi casi si fa fatica a restare nelle cifre: aumenta il costo della benzina, e poi ci sono il bollo, l’assicurazione e la manutenzione». Negli stessi Piani di zona, l’unico contributo registrato per il 2012 è quello di 120 mila euro del Caratese, «mentre – ha proseguito Boschiroli – quello di Monza rimanda il problema a data da destinarsi. Per quanto riguarda Seregno, invece, il trasporto sociale è stato vaucherizzato attraverso un bando e in questo caso sarebbe interessante capire se la cosa ha funzionato e se è eventualmente replicabile».
Dove, invece, il servizio non è tariffato attraverso convenzioni con i comuni, l’Auser può contare solamente sulle offerte volontarie fatte dagli stessi utenti del servizio. Una risposta potrebbe arrivare da una rete territoriale, che tuttavia stenta a decollare: «Abbiamo fatto una proposta di coordinamento provinciale – ha sottolineato Boschiroli – per ottimizzare le risorse del territorio, evitare sovrapposizioni, e unire le forze, ma ad oggi dall’assessorato provinciale competente non abbiamo ricevuto risposte». Un’eventuale riduzione del servizio, significherebbe nei fatti un suo dimezzamento: «Siamo arrivati a questo anche a causa della filosofia della ”libertà di scelta” regionale – attacca Boschiroli – Il nostro concetto di volontariato, gratuito, è sussidiario e solidale rispetto ad un bisogno: chi farebbe altrimenti questo lavoro? Dall’altra parte, invece, la ”libera scelta” è a pagamento, ma naturalmente può essere effettuata soltanto da chi ha cospicue risorse finanziarie. Dove va a finire, dunque, il diritto alla cura?».

Trasporto oncologico – Con i bilanci in rosso, il trasporto oncologico è un altro dei servizi gravemente a rischio. «Senza il servizio fornito da Auser – ha osservato Boschiroli – potrebbero saltare le cure per 300 persone». Se i finanziamenti non arriveranno, infatti, difficilmente il Call Center oncologico e Auser potranno continuare e erogare il servizio per tutti. E anche gli ultimi dati del call center stesso parlano chiaro: sul territorio di Monza la maggior parte del servizio di trasporto oncologico è garantito dal volontariato locale. Da un questionario distribuito nel 2008-2009 tra 2000 pazienti in radioterapia è emerso che la situazione peggiora ogni anno, perché al solo San Gerardo si recano circa 4.500 nuovi malati oncologici, con un’impennata nel 2008 del 25% dei pazienti. Tra questi circa il 60% deve sottoporsi ad intervento chirurgico seguito da cure prolungate nel tempo. Il 10% ha problemi a raggiungere l’ospedale, il 70% di solito viene accompagnato da un parente o da un amico. «Anche in questo caso abbiamo chiesto alla Provincia, ma inutilmente. Solo il Comune di Monza ha dato disponibilità ad un incontro, finanziandoci con 9 mila euro. Ma non è detto che l’anno prossimo ci siano ancora».

Luca Scarpetta