Arcore: primo accordo alla PegLavoratori soddisfatti a metà

Un accordo che soddisfa solo in parte, ma che comunque rappresenta un passo avanti, per i dipendenti della Peg di Arcore del settore del giocattolo,  per il quale qualche settimana fa l'azienda ha annunciato l'avvio della cassa integrazione per i 130 lavoratori del ramo.
Arcore: primo accordo alla PegLavoratori soddisfatti a metà

Arcore – Un accordo che soddisfa solo in parte, ma che comunque rappresenta un passo avanti, per i dipendenti Peg del settore del giocattolo, messo a dura prova dalla crisi, che qualche settimana fa ha portato l’azienda ad annunciare l’avvio della cassa integrazione per i 130 lavoratori del ramo.
«Per due volte la trattativa non è andata a buon fine – dice Antonio Guzzi di Fiom Monza e Brianza – e alla fine, dopo le iniziative di sciopero e presidio, si è arrivati a un’intesa che ”limita i danni”. Un accordo difensivo faticosamente ottenuto e che recepisce in parte le nostre richieste, ma davanti all’indisponibilità dell’azienda rappresenta comunque un’intesa a tutela dei lavoratori».
Sono tre i punti fondamentali su cui azienda e sindacato, alla fine, hanno trovato la quadra. La tutela di parte del salario, una settimana di lavoro garantita per tutti e infine la possibilità per alcuni di lavorare fuori dal settore giocattolo. Quest’ultimo aspetto rappresenta, pur in modo molto acerbo, un passo avanti verso la richiesta, presentata dai sindacati, di riorganizzare l’azienda in modo che non fosse sempre il ramo giocattolo a dover subire i colpi della crisi. Il comparto risente, anche nel periodo natalizio, che fino a qualche anno fa era invece il più intenso, degli effetti della crisi economica sugli acquisti.
«Una parte del salario è tutelato – continua Guzzi – e abbiamo ottenuto che tutti facciano almeno una settimana di lavoro tra le 7/10 settimane di cassa cominciate da ottobre. Inoltre l’accordo prevede una verifica settimanale con le rsu per vedere come far lavorare più persone anche fuori dall’area giocattolo».
L’esito della trattativa soddisfa insomma solo in parte: «Resta comunque un accordo difensivo» ribadisce Guzzi. La necessità di ricorrere alla cassa integrazione era stata annunciata all’inizio di ottobre. Verso la metà del mese il provvedimento è partito per 45 persone, poi per altri 85 a novembre. I dipendenti avevano risposto allora con alcune ore di scioperi e presidi spontanei davanti ai cancelli dell’azienda.
Letizia Rossi