Arcore, fumata nera alla PegStagionali, niente assunzioni

Arcore – Fumata nera alla Peg Perego. Lunedì scorso, l’incontro tra azienda e sindacati si è concluso con un nulla di fatto, nonostante le speranze dei lavoratori di vedere soddisfatte le proprie istanze sul contratto aziendale. Ci avevano sperato anche i sindacati, dopo settimane di scioperi, quando l’azienda ha convocato l’incontro. «E invece – ha spiegato Antonio Guzzi, Fiom Cgil – si sono limitati a illustrarci i punti critici dell’andamento aziendale e sostanzialmente hanno confermato la posizione di chiusura su tutte le richieste della piattaforma. Ci aspettavamo degli spiragli, ora dovremo rimandare la questione a settembre, ma noi restiamo fermi: tutte le richieste avanzate sono per noi importanti, sia l’aumento salariale che l’assunzione degli stagionali che già da tempo lavorano in modo continuativo».

Questa volta dagli uffici della Peg è arrivato qualche chiarimento, attraverso il capo del personale, Filippo Magni. «Abbiamo voluto incontrare i lavoratori – ha detto – per fornire loro un quadro della situazione aziendale. Abbiamo illustrato i bilanci perché capissero che siamo lontani dal poter dire che la crisi è passata. Una leggera ripresa rispetto al 2006 c’è stata, ma ricordo che il 2009 è stato un anno terribile, che solo nel 2008 siamo stati costretti ad aprire la mobilità e che nello stabilimento veneto di San Donà del Piave ci sono lavoratori in cassa integrazione straordinaria, i sindacalisti sembrano dimenticarselo quando ci chiedono di assumere gli stagionali». «Per noi – ha proseguito – l’obiettivo è quello di mantenere i livelli occupazionali attuali: 850 dipendenti».

Pochi spiragli anche sull’aumento salariale richiesto all’interno del capitolo dei premi produzione. Secondo Magni, considerato che anche il contratto nazionale prevede già degli aumenti, se l’azienda accogliesse le richieste dei lavoratori, si troverebbe a dover aumentare gli stipendi (e le spese) del 21.76 per cento entro il 2012. «Non siamo nelle condizioni per poterci assumere questo impegno economico, a fronte dei profitti in calo – ha concluso il responsabile del personale – ma siamo disponibili a discutere dei premi di produzione una tantum, occorre solo stabilire i criteri. Aspettiamo l’incontro del 7 settembre. Anche se le posizioni sono così lontane che comunicare e trovare l’accordo è davvero difficile». Lo ha dimostrato chiaramente l’ennesimo sciopero di martedì mattina, con lavoratori armati di slogan e striscioni a presidiare la rotonda davanti all’azienda.
Valeria Pinoia