Anni di piombo, dibattito a Monza

Anni di piombo, dibattito a Monza

Monza – Monza ricorda gli anni di piombo. Lo fa con un incontro pubblico e con la posa di una targa in via De Leyva 1 dove, la mattina del 5 febbraio 1980 , tre colpi di una calibro 38 uccisero Paolo Paoletti, dirigente dell’Icmesa di Seveso. L’attentato fu rivendicato poche ore più tardi da Prima Linea.
A ripercorrere quella giornata di sangue a Monza, ma anche gli anni di terrorismo in Italia, sarà il convegno in programma il 5 maggio alle 21 in sala Maddalena.
Tra i relatori il direttore del nostro giornale, Luigi Losa, che ripercorrerà la cronaca di quel periodo a Monza e in Brianza, il giornalista Renzo Agasso, autore del volume "Il piombo e il silenzio" e Fortunato Zinni, oggi sindaco a Bresso, sopravvissuto alla strage di Piazza Fontana e autore del volume "Piazza Fontana. Nessuno è Stato".
La posa della targa in ricordo di Paolo Paoletti, vittima del terrorismo è prevista il 9 maggio, alle 10, di fronte al civico 1 di via De Leyva alla presenza del sindaco, della vedova di Paoletti,del vicesindaco Dario Allevi, degli assessori alla cultura Alfonso Di Lio e alla comunicazione Pierfranco Maffé. Parteciperà alla cerimonia anche Emanuele Cirillo, sindaco a Monza nel 1980 .
?L?idea di porre una targa a ricordo di questo evento drammatico per la città – spiega l’assessore alla cultura Alfonso Di Lio – è nata all’interno della commissione per le celebrazioni in città. L’ho accolta subito perché è un ricordo vivido nella mia memoria: ero vice capogruppo Dc in consiglio comunale e feci un lungo intervento subito dopo l’attentato".
Dell’omicidio Paoletti "il Cittadino" del 7 febbraio 1980 riportò ampia cronaca. In prima pagina il titolo "Efferato delitto in città. Ucciso direttore dell’Icmesa". La cronaca della mattina del 5 febbraio è affidata a Michele Brambilla, oggi vice direttore de "Il Giornale". All’interno è invece Luigi Losa a tracciare un ritratto di Paolo Paoletti e della sua vicenda umana e professionale.
Paoletti, 39 anni, direttore di produzione dell’Icmesa (la ditta che nel 1976 provocò il disastro della diossina a Seveso) quella mattina aveva accompagnato da una vicina il figlio Marco, alunno alle vicine scuole di via Raiberti e stava aprendo il cancello di casa per uscire con la sua Golf e recarsi al lavoro. In quel momento tre uomini e una donna fanno fuoco e il corpo del dirigente resta a terra in una pozza i sangue. Molti i testimoni dell’esecuzione che vedono il commando scappare su una Fiat 128 grigia che sarà ritrovata poche ore più tardi in via Della Guerrina. Paoletti quella mattina avrebbe dovuto avere una riunione con il gruppo dei tecnici per studiare nuovi progetti di bonifica a Seveso. In seguito al disastro della diossina aveva scontato anche alcuni mesi di carcere tra il luglio e il dicembre del 1976 per disastro colposo.
Rosella Redaelli