Monza – Con il passare delle ore si va delineando il quadro dei candidati e delle alleanze per la presidenza della Regione Lombardia, dopo lo scioglimento del Consiglio Regionale dello scorso 26 ottobre. Sul fronte del centrodestra, a tradire le aspettative di Angelino Alfano, che vede sempre più allontanarsi un possibile accordo tra Pdl e Lega, importanti novità sono arrivate nella giornata di ieri dal palco della manifestazione contro il governo Monti a Bologna.
Roberto Maroni ha annunciato la sua disponibilità a correre per il Pirellone se il consiglio federale della lega, che si riunirà oggi glielo chiederà. “Se il consiglio federale mi chiederà di candidarmi alla presidenza della Regione Lombardia, dirò di sì. Per me è un orgoglio, da convinto federalista penso che non ci sia niente di più importante che governare la propria terra”. Non resta che attendere la decisione che dovrebbe arrivare in giornata.
Il candidato del Pdl è l’europarlamentare Gabriele Albertini, sindaco di Milano per due mandati, dal ’97 al 2006, sostenuto dal presidente uscente Formigoni. Albertini, ha ufficializzato la sua candidatura attraverso un video pubblicato su youtube, sostenendo di scendere in campo “in risposta ad una richiesta della società civile”. “Intraprendenza, responsabilità e cuore” sono le caratteristiche dei lombardi e le linee ispiratrici dell’azione di Albertini, che sta lavorando ad una lista civica “che sarà composta all’80 per cento da esponenti della società civile, e per il 20 per cento da amministratori locali che hanno ben operato, ma lasciati ai margini dai partiti tradizionali. A tutti chiederemo di sottoscrivere un severo codice etico”.
Acque agitate anche sul fronte del centro sinistra, dove la candidatura del penalista Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, ucciso nel ’79 mentre era commissario del governo per la liquidazione della Banca Privata Italiana, sembra aver posto il problema delle primarie, già fissate per il 15 dicembre da una coalizione formata da PD, Sel e IDV. Prima di Ambrosoli, che in un primo momento aveva ritirato la sua candidatura, erano scesi in campo Alessandra Kustermann, primaria di ostetricia e ginecologia alla clinica Mangiagalli, Fabio Pizzul, figlio del celebre cronista sportivo Bruno, e il consigliere regionale eletto con l’Idv e poi passato a SEL Giulio Cavalli.
L’ultimo in ordine di tempo, il giornalista Andrea Di Stefano, direttore della rivista “Valori”. Nonostante la candidatura di Ambrosoli incontri grande favore, a cominciare dal Sindaco Giuliano Pisapia, le primarie “civiche” del centrosinistra sembrano essere imprescindibili per ottenere un’investitura popolare. Per Fabio Pizzul, “le primarie non sono un dogma e neppure un obbligatorio esame clinico, ma sarebbero il modo giusto per cominciare una campagna elettorale che trova nel distacco e nell’indifferenza una di una parte cospicua dell’elettorato una delle cifre più problematiche”.
Dello stesso avviso Giulio Cavalli, per cui “un’investitura costruita con un’ampia partecipazione popolare può fare solo bene. Abbiamo accolto con piacere la sua disponibilità a correre per il centrosinistra in Lombardia, ma riteniamo indispensabile la sua partecipazione alle primarie già partite. Senza questo passaggio il quadro politico sarebbe un’altra cosa”. E non ha dubbi neppure la Kustermann che dai Social network lancia un appello: “Chiedo a tutti, prima ancora di sostenere me, di sostenere uno strumento indispensabile per rafforzare una democrazia partecipata dal cittadini, contro l’antipolitica, in un momento storico particolarmente difficile per il nostro Paese”.
La decisione di Ambrosoli, che sabato ha affidato il coordinamento della sua campagna a Stefano Rolando, professore universitario e già nel team di Giuliano Pisapia per la corsa a sindaco, è attesa nel tardo pomeriggio di lunedì, al termine di una lunga serie di incontri tra segretari e capigruppo al Pirellone. L’idea di fondo è di fare una sorta di primaria civica, con un comitato promotore allargato ai rappresentanti della società civile e l’apertura a tutti i potenziali elettori, non solo a quelli del centrosinistra, che saranno chiamati ad esprimersi sul progetto.
Se l’avvocato Ambrosoli, come è probabile accetterà di sottoporsi all’investitura popolare, domenica 15 dicembre si allestiranno i gazebo per offrire agli elettori la possibilità di dare un mandato forte al candidato e al suo programma. Con buona pace anche di Matteo Renzi, che proprio da Milano sabato, aveva detto, senza mezzi termini, “Le primarie che sono la cifra costitutiva del Pd, vanno fatte”.