Alberi in fumo, martellate all’autoCaprotti jr: «Sono perseguitato»

Perseguitato, vittima di una lunga serie di episodi che sembrano veri e propri avvertimenti da giugno 2011 quando, nel parco sua villa di Albiate, in una notte, vengono danneggiati 330 arbusti. Lui è Giuseppe Caprotti, figlio di Bernardo il fondatore di Esselunga.
Alberi in fumo, martellate all’autoCaprotti jr: «Sono perseguitato»

Albiate – Perseguitato, vittima di una lunga serie di episodi che sembrano veri e propri avvertimenti da giugno 2011 quando, nel parco sua villa di Albiate, in una notte, vengono danneggiati 330 arbusti. Alcuni abbattuti, altri strappati. E’ solo l’inizio. Da allora, la sua automobile viene presa a martellate, i pneumatici scalfiti da un punteruolo.

Undici episodi tutti denunciati ai carabinieri, l’ultimo dei quali- la goccia che ha fatto traboccare il vaso – è stato riferito alla Procura di Milano. Il destinatario è Giuseppe Caprotti, classe 1960, figlio di Bernardo, patron di Esselunga. Vittima di una serie misteriosa di molestie e avvertimenti a ripetizione. Il 24 ottobre scorso, una telefonata alla sua abitazione di Milano. Dall’altra parte della cornetta, una voce di donna. “Mi ha fatto capire che sapeva il nostro numero, che non è sulla rubrica telefonica e che pochi conoscono” spiega Caprotti “non si è qualificata, ha fatto intendere che qualcuno mi controlla. Ho deciso di rivolgermi alla magistratura e di presentare alla Procura di Milano una denuncia – querela contro ignoti per molestie e stalking”.

In “Villa San Valerio” ad Albiate (residenza brianzola) il 23 agosto di quest’anno, il fatto più eclatante: due gelsi secolari sono stati dati alle fiamme. “Si è trattato di un incendio doloso” spiega “erano di fronte alla mia camera da letto e hanno bruciato per tutta la notte. Hanno utilizzato dei copertoni di auto e li hanno messi dentro quei poveri alberi…”. Perseguitato, minacciato. Perché? Da chi? “Non ho prove. Quindi fondamentalmente rimango alla telefonata che è un indizio importante e spero che la Polizia Postale possa risalire all’esecutore e al mandante”.
Elisabetta Pioltelli