Arcore – “Sei biciclette in meno di otto mesi. E la cosa più grave è che non ci si indigna più”. È arrabbiato Gabriele Porta, trentenne arcorese che abita in via Golgi e che negli ultimi mesi ha perso circa 600 euro in due ruote, per mano dei soliti ignoti. Soprattutto in stazione ferroviaria, ma anche in centro città. In settimana, all’ennesimo colpo, ha scritto sulla pagina Facebook dell’assessore Fausto Perego, “so che non c’entra nulla -si è poi scusato- ma davvero non ne posso più di questa situazione”.
Quattro biciclette sono sparite dalla rastrelliera della stazione ferroviaria e Porta non è nemmeno un pendolare. Si è trattato di quattro casi isolati in cui ha preso il treno ad Arcore, quattro casi che gli sono costati altrettanti mezzi. “Le altre due sono sparite dal centro -ha spiegato- una da via Umberto I dove mi ero fermato 10 minuti per comprare il pane, l’altra dalla villa Borromeo, dove c’era un sacco di gente. Al di là del danno materiale, mi indispone che ormai questo reato sia considerato quasi normale, non ci si stupisce più, non si sa a chi rivolgersi, ci si abitua. E il prossimo passo qual’è, abituarsi a uno scippo”?
Proprio Porta, lo scorso anno, aveva scritto una lettera aperta al sindaco Rosalba Colombo denunciando la situazione dopo essersi confrontato anche con le forze dell’ordine. I dati parlerebbero di decine di mezzi rubati alla settimana e non si contano i casi che non vengono denunciati. Le speranze di recuperare il maltolto sono quasi nulle, sebbene proprio la stazione ferroviaria, bersaglio preferito dai ladri di biciclette, sia tra gli obiettivi più controllati dalle telecamere di videosorveglianza del Comune. Tra le ragioni principali dell’indignazione dell’arcorese, c’è proprio la scarsa attenzione dedicata al problema da parte delle autorità.
“So che le forze dell’ordine hanno cose più importanti da fare -riconosce- ma sono certo che se parcheggiassero una bici di medio livello in stazione, seduti su una panchina, beccherebbero matematicamente uno dei colpevoli. I ladri di biciclette imperversano perché sanno di poterlo fare, ma controlli a tappeto per qualche mese a mio parere li farebbero desistere”. La considerazione è fondata e le forze dell’ordine sono pienamente consapevoli del problema.
Lo scorso anno, polizia locale e carabinieri compivano un sopralluogo all’area Falck dove una manciata di bici rubate lasciavano pensare che tra le mura diroccate delle ex acciaierie, ignoti (probabilmente clandestini) avessero organizzato un centro di stoccaggio di bici rubate destinate a essere poi trasferite. Obiettivo finale, restando nel campo delle ipotesi, i mercatini dell’usato fuori Milano. A questo punto le possibilità di recuperare la propria bicicletta, venduta a terzi a chilometri di disatnza da Arcore, diventano nulle ” e a me non resta altro da fare che comprarmi l’ennesima bicicletta”, sospira Porta.
Valeria Pinoia