A4, auto in fiamme a Cavenago: il corpo è di don Silvano Caccia

Cavenago Brianza - Fiamme, un'auto che brucia, i passanti che chiamano i soccorsi. Ma per don Silvano Caccia, parroco di Giussano, non c'è già più nulla da fare. C'era lui, responsabile dell'unità pastorale di Giussano, sul sedile di quell'auto in fiamme nell'area di servizio Brianza Nord sull'autostrada A4. Prende piede l'ipotesi dell'incidente.
Giussano, la morte di don Silvanoè stata accidentale

Cavenago Brianza – Fiamme, un’auto che brucia, i passanti che chiamano i soccorsi. Ma per don Silvano Caccia, parroco di Giussano, non c’è già più nulla da fare. C’era lui, responsabile dell’unità pastorale di Giussano e per una decina d’anni portavoce dell’ex arcivescovo Carlo Maria Martini, sul sedile di quell’auto in fiamme nell’area di servizio Brianza Nord sull’autostrada A4. Stava tornando da un viaggio in Trentino. Nella mattinata di venerdì ha preso piede l’ipotesi dell’incidente: a scatenare le fiamme potrebbe essere stato un guasto all’impianto gpl.

I fatti – Poco dopo le otto e mezzo di sera un’auto è andata in fiamme vicino alla stazione di servizio dell’A4, tra Cavenago e Caponago. Dentro c’era una persona. Sul posto si sono precipitati i vigili del fuoco di Monza e la polizia stradale di Seriate, competente per il tratto auostradale. Poche le informazioni: l’unica cosa certa è che all’ora di cena è stato trovato un cadavere sull’autostrada.

Ore 20.45 – i passanti lungo l’autostrada chiamano i soccorsi, c’è un’auto che prende fuoco alla stazione di servizio. Quando arrivano è troppo tardi, non resta che spegnere le fiamme che hanno ormai divorato l’utilitaria. Un uomo, più probabilmente, o forse una donna. Non si trova negli spazi abituali. E’ più lontana, in un parcheggio ancora in costruzione, senza alcun sistema di videosorveglianza. Poco più in là i mezzi di movimentazione della terra e i cumuli di materiale.

Le stranezze – Riguardano la collocazione: non è uno spazio libero. Ci si deve andare scegliendolo. Anche per uccidere. Ci vorrà ancora tempo per capirne di più, intanto restano aperte tutte le ipotesi: incidente, omicidio o suicidio. Le prime notizie avevano rivelato di una macchina intestata a un 50enne di Trezzo senza precedenti: il sedile era reclinato.