A Ruota libera, l’editoriale del direttore: ora preghiamo con il Santo Padre (per la pace)

Venerdì 25 marzo il Santo Padre ha consacrato Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Visti i “chiari di luna” conviene forse pregare con lui.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Secondo il sondaggista Nando Pagnoncelli, il 69% degli italiani riterrebbe necessaria una mediazione negoziale con la Federazione Russa in merito al terribile conflitto che da ormai un mese tiene il mondo con il fiato sospeso. Dati che trovano riscontro nel numero di coloro che si dichiarano contrari all’adesione di Kiev alla Nato (il 62% secondo Emg) e di quelli che non vorrebbero una “no-fly zone” sui cieli ucraini (l’83%, dato Demopolis), come invece richiesto da tempo a gran voce dal presidente Volodymyr Zelensky, accolto martedì dal nostro parlamento durante la tappa romana di quello che già qualcuno definisce, con inquietante ironia, uno “world war tour” in videoconferenza.

Alle preferenze pacifiste del popolo italiano, tuttavia, non corrisponde la postura bellicosa del Governo Draghi, che seguita a parlare di supporto “militare”. Evidentemente nell’esecutivo capeggiato dall’ex banchiere non fanno breccia né le parole del papa, che ha ribadito come comprare armi non sia «la soluzione», né il testo dell’articolo 11 della Costituzione, per cui l’Italia dovrebbe ripudiare la guerra “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Ma si sa, quando Washington chiama, questo non conta. Ieri, venerdì 25 marzo, proprio il Santo Padre ha consacrato Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Visti i “chiari di luna” conviene forse pregare con lui.