Salute, tornano i contagi da Hiv: «Ragazzi inconsapevoli»

Crescono i casi di infezione da Hiv. Lo dicono i dati illustrati da Paolo Bonfanti nel dodicesimo workshop nazionale Cisai.
Aids giornata internazionale prevenzione - foto creata da jcomp - it.freepik.com
Aids giornata internazionale prevenzione – foto creata da jcomp – it.freepik.com

Crescono i casi di infezione da Hiv. Lo dicono i dati illustrati da Paolo Bonfanti, professore ordinario di malattie infettive all’università Milano-Bicocca e direttore di malattie infettive al San Gerardo che fino a venerdì presiede a Milano il dodicesimo workshop nazionale Cisai (Coordinamento italiano per lo studio dell’allergia in infezione da Hiv) dal titolo: “Tollerabilità dei farmaci antinfettivi e co-morbilità associate all’infezione da Hiv”. Con lui Antonio Di Biagio, professore associato di Malattie Infettive all’Università di Genova, medico infettivologo della Clinica malattie infettive al San Martino di Genova.

Salute, tornano i contagi da Hiv: i numeri, l’allarme, convegno a Milano

Si parte da un numero: «Nel 2023 le nuove diagnosi in Italia sono state 2.349 – spiega Bonfanti in Lombardia 491. Numeri in crescita rispetto al passato. L’incidenza più importante nelle grandi città, Roma, Milano e Bologna».
I nuovi pazienti sono giovani, sessualmente attivi che vivono nelle grandi città. «Purtroppo arrivano in ospedale quando la malattia è già ad uno stadio avanzato, già sintomatica – prosegue Bonfanti – questo significa che si tratta di persone non consapevoli dei fattori di rischio». Se si guardano i dati lombardi nel 2018 c’erano state 690 nuove diagnosi, scese a 565 nel 2019. Poi il 2020 con il Covid ha segnato il record più basso: 142 casi. Da lì è evidente una ripresa: 265 nuovi casi nel 2021, 342 nel 2022 e 491 nel 2023.

«Stiamo tornando ai dati pre-covid – prosegue Bonfanti nonostante l’Hiv sia diventato una patologia cronica controllabile, non va abbassata la guardia. Occorre ripensare le strategie di comunicazione per mettere in guardia dai rischi anche se le cure adesso assicurano una vita lunga e favorire lo screening». In questa direzione va il progetto realizzato con Regione Lombardia che coinvolge gli enti del terzo settore convenzionati. «È un progetto che permette di effettuare i test anche fuori dai contesti ospedalieri, sono le associazioni a gestirli “tra pari” e questo favorisce l’adesione».

A Monza sono al momento seguite 1.600 persone affette da virus HIV con 50 nuovi casi ogni anno. «Aumentano i pazienti over 50 e over 60 e aumentano le malattie correlate con l’avanzare dell’età – conclude il primario – il 25% ha più di 60 anni». Anche della comorbilità e dei nuovi farmaci si parlerà a Milano e si farà il punto su percorsi multidisciplinari.

L'autore

Il primo articolo a 13 anni e non ho più smesso. Al Cittadino dal 1992 ho scritto po’ di tutto con un amore incondizionato per Parco e Villa reale. Leggo molto e sono nella giuria del Premio Brianza.
Mi piace raccontare storie e possibilmente buone notizie. Le mie buone notizie sono i miei quattro figli e la nipotina!