Il San Gerardo di Monza potrebbe aprire un centro per la cura dei disturbi alimentari nel comparto del Vecchio ospedale: l’ipotesi è ferma a un livello quasi embrionale, ma è citata nella convenzione urbanistica per la realizzazione della casa di comunità di via Solferino firmata dall’Irccs e dal Comune. Alla futura struttura, si legge, farebbero riferimento sia gli adulti sia pazienti in età pediatrica: le valutazioni sul progetto, fanno sapere dal San Gerardo, saranno effettuate solo una volta che entreranno in funzione la casa e l’ospedale di comunità, tuttora in costruzione sul sedime su cui sorgeva l’ex casa Fossati sorta un secolo fa, che nel corso del tempo ha ospitato anche la scuola infermieri, abbattuta a settembre in quanto fatiscente.
Monza, i servizi oltre al centro di cura per i disturbi alimentari
L’edificio di due piani di un totale di 3.790 metri quadri, che dovrebbe essere inaugurato nel corso del 2026, sarà il più completo tra quelli destinati alle tre case di comunità di Monza e, oltre all’ospedale di comunità, accoglierà un poliambulatorio, un consultorio, l’Unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Uonpia) e la comunità terapeutica “Lo Scarabocchio”, parte integrante della neuropsichiatria infantile del San Gerardo, come previsto dall’accordo di programma firmato dal Comune e dalla Regione: il ventaglio di attività ipotizzato inizialmente è stato ampliato grazie agli stanziamenti del Pirellone che hanno portato l’importo complessivo disponibile a quasi otto milioni di euro.
Secondo la convenzione urbanistica entro tre anni il San Gerardo dovrà predisporre nuovi parcheggi per gli utenti che faranno riferimento ai servizi, dovrà allestire alcuni spazi verdi e sistemare l’area che costituirà il prolungamento di via Magenta.
Monza, il nodo del comando provinciale dei carabinieri
La struttura sanitaria occuperà una porzione marginale del comparto di 60.000 metri quadri, semi abbandonato da una ventina di anni: il Comune dovrà individuare la destinazione della parte umbertina che si affaccia su via Solferino, vincolata dalla Sovrintendenza, mentre nella parte a destra dell’ingresso dovrebbe prendere forma il comando provinciale dei carabinieri.
Il progetto, nell’aria da oltre un anno, è bloccato da una matassa normativa che appare difficile da sbrogliare: il complesso, che sarebbe costruito dall’Arma con uno stanziamento di 15 milioni di euro, è in attesa che a livello legislativo si trovi il modo per autorizzare l’edificazione della caserma su un terreno di proprietà di una fondazione ospedaliera. «Si sta lavorando in silenzio – afferma il sindaco Paolo Pilotto – a breve potrebbe esserci qualche novità»: in realtà da parecchi mesi c’è chi, sia a livello amministrativo che a livello politico, fa trapelare un certo ottimismo su una possibile soluzione a portata di mano che, finora, non è stata annunciata.