Truffa New Financial Technology, dissequestrati orologi e contanti a Daniele Pianon

Disposto il dissequestro di orologi e contanti a Daniele Pianon, ex direttore della NFT che ha bloccato i conti di 6.000 investitori provocando un danno di 300 milioni di euro.

Il Tribunale del Riesame ha dissequestrato orologi e contanti di Daniele Pianon, il 53enne direttore della New Financial technology NFT di Silea (TV) che ha lasciato migliaia di investitori a mani vuote. Il sequestro era stato ordinato dalla Guardia di Finanza di Treviso dopo una perquisizione nella sua abitazione.

Pianon, pur avendo avuto un ruolo di primo piano nella NFT, si è sempre dichiarato innocente e anzi ha contribuito ad avviare le indagini a Dubai, una delle sedi della società, ammettendo di aver investito lui stesso nello schema Ponzi ordito dalla NFT e di aver quindi perso “ingenti somme”. Resta sotto sequestro un terreno agricolo con annesso stabile da ristrutturare.

La Guardia di Finanza aveva effettuato altri sequestri nell’inchiesta che vede come ipotesi di reato quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’abusivismo finanziario, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego in attività economiche dei profitti realizzati.

Lo scorso febbraio Christian Visentin, direttore commerciale di NFT, era tornato in libertà. Visentin era una delle menti della società trevigiana con sedi a Dubai e Londra che nell’estate del 2022 ha bloccato i conti di circa 6.000 investitori di diverse regioni italiane, soprattutto Veneto, Emilia, Lombardia e Lazio. Il danno complessivo si stima arrivi a 300 milioni, configurando quella della NFT come una delle maggiori truffe italiane nel settore crypto.

La NFT pagava interessi mensili del 10% attraverso, si sosteneva, la comparazione e le differenze di prezzo dei bitcoin tra gli exchange di criptovalute, in realtà prelevando il denaro dai fondi dei nuovi iscritti. Quando questi ultimi sono venuti a mancare, lo schema Ponzi è crollato. Sono via via finiti sotto inchiesta altre personalità manageriali della società, a cominciare da Emanuele Giullini e Mauro Rizzato.

Quando è emerso lo scandalo si è scoperto anche che la società aveva solo 1.000 sterline di capitale sociale. Visentin, in un video pubblicato su YouTube da Dubai ad agosto 2022, aveva spiegato che la crisi della NFT era dovuta in parte al bear market e in parte a un inconveniente tecnico.

I.P.

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