L’indebolimento del dollaro ha contribuito a stimolare l’interesse degli acquirenti stranieri per l’oro lunedì. Tuttavia, ulteriori progressi sono stati ritardati dalla prospettiva di un rapido aumento dei tassi di interesse da parte della Fed Reserve statunitense e di altre importanti banche.
Alle 06:03 GMT, il prezzo spot dell’oro è salito dello 0,5% a $1.667,89 per oncia. A $1.675,30, i futures sull’oro negli Stati Uniti erano in rialzo dello 0,2%.
L’oro in dollari è diventato più conveniente per i clienti internazionali, dato che l’indice del dollaro è sceso dello 0,4% rispetto a un paniere di valute. Allo stesso modo, i rendimenti di riferimento del Tesoro USA a 10 anni sono scesi dopo essere aumentati per due giorni.
Secondo Yeap Jun Rong, stratega di mercato di IG, “poiché non vi è alcun allentamento nelle tattiche di inasprimento della Fed, la ripresa dell’oro sembra essere più una moderazione a breve termine rispetto ai parametri operativi saturi”.
Il secondo funzionario della Federal Reserve ha aggiunto venerdì il suo completo sostegno alla strategia di innalzamento dei tassi d’interesse per un periodo più lungo al fine di ridurre l’inflazione.
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Il mese scorso la Fed Reserve ha aumentato il tasso di interesse di riferimento di 75 punti base, segnando il terzo aumento consecutivo di tale entità. Ha segnalato ulteriori aumenti consistenti per il resto dell’anno.
Il mese di settembre ha rappresentato per l’oro la più notevole serie di perdite mensili consecutive degli ultimi quattro anni, con il sesto calo mensile consecutivo.
Nonostante la popolarità dell’oro come riserva di valore e protezione dall’inflazione, il dollaro si è rafforzato a causa dell’aumento dei tassi d’interesse statunitensi, che riducono l’attrattiva dell’oro come riserva di valore senza rendimento.
Nel frattempo, il mese scorso l’inflazione nella zona euro ha raggiunto un livello record, dando credito alle previsioni di un aumento significativo del tasso di interesse di riferimento da parte della Banca centrale europea.
Gli investitori terranno d’occhio diversi indicatori economici chiave, tra cui i dati sui non-farm payroll e i rapporti PMI industriali di venerdì.
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