Quanto avvenuto a Seregno la scorsa settimana, con due bulli che hanno spinto contro un treno in movimento un adolescente, rischiando di ucciderlo, ha riacceso i riflettori sulla questione della sicurezza nelle stazioni e, più in generale, sui mezzi pubblici del territorio. Chi frequenta sia le une che gli altri ha purtroppo ben presente quale sia il senso di paura e di degrado che, soprattutto in determinate fasce orarie, accompagna i viaggiatori.
Ora, si fa un gran parlare di mobilità sostenibile e si fa di tutto per disincentivare l’uso delle auto diesel e benzina (dai costi di gestione sempre più proibitivi delle stesse alle misure sempre più ostili adottate da città come Milano) ma, a fronte di ciò, non si dice da cosa queste dovrebbero essere sostituite. E non è banale. Perché se l’unica alternativa reale è e sarà il trasporto pubblico (e al momento, piaccia o meno, lo scenario è questo), allora non si può pensare che passeggeri e pendolari debbano continuare a sopportare le attuali condizioni di insicurezza. A meno che, anche per i trasporti, non sia valida l’impostazione che la nostra classe dirigente sta applicando praticamente in ogni ambito: chi ha i soldi per permetterselo scelga di meglio (un mezzo ibrido o elettrico, nel caso specifico), gli altri, invece, si arrangino. L’impressione, purtroppo, è che la via tracciata sia proprio questa…