Sebbene il prezzo dell’oro sia sceso mercoledì a causa del rafforzamento del dollaro, il metallo ha mantenuto la sua quotazione al di sopra della soglia critica di 1.700 dollari l’oncia, in attesa delle statistiche sull’occupazione negli Stati Uniti che potrebbero influenzare il percorso di inasprimento della politica della Federal Reserve.
Il 10 marzo 2022, gli operai dell’impianto di metalli non ferrosi Krastsvetmet nella città siberiana di Krasnoyarsk, in Russia, hanno caricato un carro con lingotti marcati di oro assoluto al 99,99%.
Il prezzo dell’oro sul mercato spot è sceso dello 0,2% a 1.722,49 dollari l’oncia alle 06:25 GMT. L’oro è sceso dopo aver raggiunto il prezzo più alto dal 13 settembre (a $1.729,39) martedì.
I futures sul mercato statunitense dell’oro sono scesi dello 0,1% a 1.728,10 dollari. L’indice del dollaro ha recuperato un po’ di terreno dopo il calo maggiore dal marzo 2020.
Matt Simpson, analista di City Index, ha previsto che l’oro potrebbe superare la barriera dei 1.735 dollari se il rapporto sull’occupazione ADP dovesse risultare scarso. I mercati sono ora sensibili ai dati sull’occupazione.
Dopo che un sondaggio governativo ha rivelato che ad agosto il numero di posti di lavoro negli Stati Uniti è sceso ai massimi da quasi due anni e mezzo, alle 12:15 GMT è atteso il rapporto sull’occupazione nazionale dell’ADP, che suggerisce un raffreddamento del mercato del lavoro.
Clicca qui per aprire un conto demo eToro e imparare a fare CFD Trading>>>è gratis
In seguito, nel corso della settimana, il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti pubblicherà le statistiche sui libri paga non agricoli (NFP), che si prevede saranno oggetto di grande attenzione.
Secondo Simpson, “in caso di mancata pubblicazione, gli operatori si aspetterebbero probabilmente un NFP scarso venerdì, e questo potrebbe far scendere il dollaro anche se gli operatori diventerebbero più entusiasti di un cambio di rotta della Fed, e questo potrebbe favorire l’oro”.
I membri del Consiglio dei governatori della Federal Reserve hanno recentemente ribadito il loro impegno a domare l’inflazione persistentemente alta negli Stati Uniti.
L’aumento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti ha ridotto il fascino dell’oro, che non offre alcun ritorno sugli investimenti ma viene spesso utilizzato come copertura dall’inflazione. Il prezzo dell’oro è sceso del 6% quest’anno.
Secondo quanto riportato da Reuters, le banche che forniscono oro hanno ridotto le esportazioni verso l’India a favore di Cina, Turchia e molti altri Paesi con premi più elevati.
I prezzi del platino e del palladio sono scesi dello 0,4% a 926,63 dollari e dello 0,3% a 2.310,31 dollari l’oncia sul mercato spot, mentre l’argento è sceso dell’1% a 20,89 dollari l’oncia.
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA A PAGAMENTO
Editoriale il Cittadino Srl e la testata Il Cittadino non si assumono alcuna responsabilità per il testo contenuto in questo publi-redazionale (che è realizzato dal cliente) e non intendono incentivare alcun tipo di investimento.