L’editoriale del direttore: l’omicidio Tramontano e quei luoghi comuni da rigettare

Un dramma tanto enorme avrebbe dovuto scoraggiare qualsiasi generalizzazione, di quelle che ogni volta si palesano di fronte a fatti di cronaca nera in grado di raggiungere un palcoscenico nazionale. Purtroppo, però, così non è stato.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

L’assassinio di Giulia Tramontano, avvenuto in quella Senago che con una parte di Brianza condivide il Parco delle Groane e il Canale Villoresi, ha sconvolto la nostra provincia. L’uccisione di una ragazza che portava in grembo una nuova vita, per mano della persona con cui avrebbe dovuto condividere gioie e dolori dell’esistenza e che avrebbe dovuto rispettarla, onorarla e proteggerla è, del resto, un orrore. Un dramma tanto enorme che avrebbe dovuto scoraggiare qualsiasi generalizzazione, di quelle che ogni volta si palesano di fronte a fatti di cronaca nera in grado di raggiungere un palcoscenico nazionale. Purtroppo, però, così non è stato.

E allora ecco tornare alla ribalta, per fortuna in contesti minoritari, certe letture “luogocomuniste” sull’uomo violento non in quanto violento, psicopatico o assassino, ma in quanto maschio, idea che è il frutto avvelenato di una concezione ideologica che tenta di alimentare un’ulteriore linea di faglia nella nostra disarticolata società: quella tra uomini e donne. Oggi rappresentati, in tali ambiti radicali, anziché come potenziali alleati nella costruzione di famiglie e comunità, come nemici, vittime e carnefici a priori. Che errore. Se esistono dei modi per combattere la piaga degli omicidi all’interno delle relazioni di coppia, fomentare la conflittualità tra i sessi non è certamente tra questi.