L’editoriale del direttore Marco Pirola: “Un pesce d’aprile tra burla, arte e tanta scienza…”

L’editoriale del direttore responsabile del Cittadino, Marco Pirola, sull'edizione di giovedì 27 marzo 2025.
Editoriale giornalismo - Image by freepik
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Martedì 1 aprile, giorno universalmente consacrato al pesce d’aprile, è una data da segnare sul calendario anche a Monza. Non tanto per l’ennesima trovata sui social o l’amico di turno che ci tirerà il solito scherzetto, ma per qualcosa di veramente unico. Un evento che mescola burla, arte e scienza in un perfetto cocktail. Come direbbe Antonio Albanese, di quelli “underground” che difficilmente vediamo in città. Parliamo della burla del secolo: i falsi Modigliani. Dietro questa straordinaria vicenda si nasconde un nome che oggi brilla nell’oncologia mondiale: Pier Francesco Ferrucci.

Arte e scienza, un respiro unico, come direbbe qualcuno, “un capolavoro del caso”. La storia inizia come un classico di qualsiasi scherzo. Un gruppo di amici che partorisce delle sculture. Nemmeno un gattino cieco avrebbe potuto scambiarle per originali. Ma, come nella migliore tradizione del “falso d’autore”, qualcuno ci è cascato. E stiamo parlando di Carlo Argan, storico dell’arte di fama internazionale e sindaco di Roma. Vittorio Sgarbi, che all’epoca stava iniziando a fare i primi passi nel mondo dell’arte spettacolo. E cosa è il genio se non fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”, diceva il Perozzi nel cult Amici miei di Mario Monicelli. Detto fatto. Ma questa non è solo una storia di inganno.

No, perché martedì il racconto di questa burla ha uno scopo nobile: raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro. Oggi, Ferrucci opera con la precisione di un chirurgo, ma non dimentica mai quel sorriso malizioso da “Modigliani della medicina” che lo ha accompagnato nella sua carriera. In fondo, come in ogni scherzo che si rispetti, c’è sempre un lato serio. Nel caso dei falsi Modigliani, l’arte ha “ingannato” l’occhio, ma la scienza ha davvero contribuito a salvare delle vite umane.

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.