L’editoriale del direttore Marco Pirola: “Massello e dintorni, la Brianza unida jamás será vencida”

L’editoriale del direttore responsabile del Cittadino, Marco Pirola, di giovedì 10 aprile 2025.
Editoriale giornalismo - Image by freepik
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Il Salone del Mobile di Milano è come il “Super Bowl” del design, ma senza palloni, nè tantomeno palle. Solo tanto legno, pelle e tessuti d’alta gamma. Per le aziende della Brianza, questo evento annuale, rappresenta un appuntamento imperdibile. Una sorta di crescendo rossiniano la cui attesa cresce di anno in anno. Non solo per sfoggiare nuove creazioni di mobili che a volte sembrano più opere d’arte che sedie, ma anche per ribadire con orgoglio il suo titolo di capitale mondiale dell’arredamento.

Sì, perché la Brianza è quel posto dove il “mobile” non è solo un oggetto da mettere in salotto, ma un vero e proprio status symbol da esibire con la stessa fierezza con cui Caravaggio firmava un quadro. Se lo guardi da lontano assomiglia per afflusso di curiosi più all’Oktoberfest che ad altro. Ma è molto di più come fenomeno di costume. Immaginate una sfilata di alta moda, ma invece di modelle magre come fili di cotone, ci sono poltrone che sembrano più sofisticate delle stesse modelle e tavoli che, se avessero un account Instagram, farebbero impallidire anche le opere di Picasso.

La Brianza, ovviamente, si presenta al Salone come la regina indiscussa del design. Un titolo “nobiliare” che si è conquistato sul campo. L’esposizione milanese e a cascata tutti i “Fuori salone” a Monza e dintorni, non sono solamente una banale fiera. Sono una sorta di annuale battaglia di egocentrismo progettuale. Ma c’è anche una parte divertente in tutto questo. Il Salone del Mobile non è solo un’occasione per fare affari, ma anche per fare “senso di comunità”. Quella stessa voglia di stare assieme nei momenti difficili che ha sconfitto il virus e che batterà l’uomo dai capelli color pannocchia. Del resto uno che applica dazi anche ad un’isola abitata da pinguini dove volete che vada? Temo la risposta… trattenetevi per favore.

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.