L’editoriale del direttore Marco Pirola: “Le liste d’attesa e la nuova frontiera del tempo libero”

L’editoriale del direttore responsabile del Cittadino, Marco Pirola, di giovedì 3 aprile 2025.
Editoriale giornalismo - Image by freepik
Editoriale giornalismo – Image by freepik

Anche in Brianza le liste d’attesa ospedaliere sono diventate la nuova frontiera del tempo libero. Se c’è una cosa che tutti abbiamo imparato durante i nostri incontri con le strutture dei nosocomi, è che la pazienza non è solo una virtù, ma una vera e propria competizione olimpica. Non c’è bisogno di andare in palestra.

Basta un appuntamento in ospedale per allenarsi nel potenziamento dell’attesa. E, attenzione, non è solo una questione di tempo: è una questione di filosofia. Ti insegna che il concetto di “urgenza” è, nella pratica, un’opinione, e che la tua salute è un’opera d’arte astratta che si dipinge nel corso di mesi, se non anni. Tutto ciò che è urgente ora, tra cinque minuti lo sarà ancora di più. Le liste d’attesa sono come i vini più famosi, migliorano con il tempo. O almeno ci piace pensarlo. E poi c’è il telefono. Il tanto atteso colpo di telefono. Ti immagini già a rispondere, con il cuore che batte all’impazzata, per poi sentire la voce del call center che ti comunica che il prossimo appuntamento sarà.

Tra sei mesi. E tu, che pensavi fosse il destino, scopri che l’unica cosa che è davvero “urgente” in ospedale è la velocità con cui rispondono alla tua chiamata. Urgente per loro, ma non per te. L’attesa in ospedale non è solo una questione di salute. È un’esperienza culturale. Ti rende consapevole, riflessivo, persino mistico. L’attesa è la tua nuova occupazione. Un po’ come il backstage di uno spettacolo teatrale dove, alla fine, forse, tutto avrà un senso. Le liste d’attesa ospedaliere sono la prova che, in fondo, la vita è un eterno gioco di attese, appuntamenti, numeri e speranze. A volte, la soluzione più veloce è quella che ti fai da solo. E se non arrivi mai a un medico, beh, significa solo che ti sei allenato a resistere alla frustrazione con una leggerezza quasi zen.

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.