La sinistra si organizza. E sin qui mi sembra normale viste le batoste elettorali a più riprese ricevute anche da queste parti. Una serie di incontri per preparare la classe dirigente del futuro che toccano vari temi. Dal mondo del lavoro alla criminalità organizzata. Che anche in queste lande a volte possono essere la stessa cosa. Pure qui tutto secondo copione. Mica roba da pettinare le bambole come direbbe uno dei “docenti” titolati scelti per l’arduo compito come Pierluigi Bersani.
E non è nemmeno una novità la presenza in loco di quello che per un certo periodo ho ritenuto, una delle menti più geniali della politica non solo locale. Non ha avuto fortuna, ma sappiate che Pippo is back. Civati è tornato da dove era partito. Monza. Arrivati a questo punto (se non prima) vi chiederete che senso ha questo “scritto corsaro”. Un senso ce l’ha, come direbbe Vasco Rossi. Metto a confronto i tentativi della sinistra di creare i dirigenti di partito del futuro con il panorama desolante offerto (nonostante i voti) da parte del centrodestra. E chi dovrebbe contrastare Pippo Civati o lo smacchiatore di giaguari sul piano della cultura politica? Roberto Ceppi al secolo Er gazzosa, segretario provinciale o, meglio, il federale di Fratelli d’Italia? Franco Giordano (il più scaltro) ha cambiato più partiti che camice. Lo stesso che fa collezione di poltrone dall’alto del suo gessatino blu alla GoodFellas? Mimmo Pacicca, factotum di Federico Romani, che sino all’inizio degli anni Duemila era un perfetto sconosciuto? Potrei continuare all’infinito scendendo i gradini gerarchici. A destra non c’è una classe dirigente che sappia organizzare un funerale con due auto di cui una è la macchina del morto. Ma fin che dura la pacchia…