L’aumento dei prezzi del greggio è attribuito alle statistiche sulle scorte di greggio statunitensi e alle previsioni di un’offerta limitata

Giovedì i prezzi del petrolio sono aumentati grazie alle statistiche sul consumo di carburante negli Stati Uniti e alle previsioni di riduzione dell’offerta russa nel corso dell’anno, che hanno attenuato i timori di un’eventuale recessione.

Alle 9:00 GMT, il prezzo dei futures sul Brent era aumentato di 1,43 dollari, pari all’1,5%. I futures sul greggio statunitense sono saliti di 1,15 dollari, o dell’1,3%, a 89,26 dollari al barile.

Sebbene il Brent sia sceso brevemente al livello più basso da febbraio, i prezzi sono aumentati di oltre l’1% rispetto alla sessione precedente.

Negli ultimi mesi, i futures sono scesi perché gli investitori hanno analizzato i dati economici che hanno scatenato le preoccupazioni per una potenziale recessione che potrebbe avere un impatto sulla domanda di energia.

La pressione sulle famiglie è aumentata quando l’inflazione dei prezzi al consumo in Gran Bretagna è salita al 10,1% a luglio, il livello più alto dal febbraio 1982.

A causa dei forti blocchi COVID-19 e delle restrizioni all’esportazione di benzina, la produzione di raffinazione della Cina è rimasta al di sotto delle aspettative nel mese di luglio.

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Le statistiche dell’EIA (Energy Information Administration) hanno indicato che le scorte di petrolio degli Stati Uniti sono diminuite di 7,1 milioni di barili nella settimana terminata il 12 agosto, rispetto alle stime di un calo di 275.000 barili, mentre le esportazioni hanno raggiunto i 5 milioni di BPD (barili al giorno), il livello più alto di sempre.

Gli analisti avvertono che i divieti di esportazione dell’Unione Europea a gennaio 2019 e del greggio russo via mare a dicembre potrebbero ridurre significativamente le forniture e aumentare i prezzi.

Tuttavia, per il momento, la Russia ha iniziato ad aumentare gradualmente la produzione di petrolio a seguito delle sanzioni e i consumatori asiatici hanno aumentato gli acquisti.

Secondo un documento del ministero dell’Economia, ciò ha spinto Mosca ad aumentare le previsioni per la produzione e le esportazioni fino alla fine del 2025. Il rapporto prevede che quest’anno la Russia guadagnerà il 38% in più dalle esportazioni di energia, in parte grazie all’aumento dei volumi di esportazione di petrolio.

Ciò indica che l’approvvigionamento del Paese non ha subito un impatto così significativo come inizialmente previsto dai mercati.

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