In Giappone il lavoro si trova col metaverso

In Giappone l’utilizzo del metaverso si sta diffondendo nel settore della ricerca di lavoro e delle università.

La tecnologia del metaverso sta iniziando a cambiare il panorama della ricerca e del reclutamento di lavoro in Giappone. Più di 2.000 studenti hanno partecipato a una fiera sul lavoro nel metaverso, che ha permesso loro di utilizzare avatar digitali per comunicare con i selezionatori ed esaminare le possibilità di ogni offerta di lavoro disponibile.

Poiché vigeva l’anonimato nel metaverso, i partecipanti hanno potuto porre domande su questioni delicate riguardanti le offerte di lavoro. Sono 179 le aziende che hanno partecipato a questo evento virtuale.

Le aziende hanno affermato che si è trattato di uno dei più grandi eventi di questo tipo in Giappone. Una delle società organizzatrici, Neo Career, evidenzia i vantaggi dell’utilizzo del metaverso:

Il metaverso consente sia di sfruttare gli incontri online a cui possono partecipare studenti provenienti da aree lontane, sia di mantenere la spontaneità dell’incontro e della conversazione che si verifica nelle fiere del lavoro faccia a faccia”.

Il futuro del metaverso: presenza digitale

Mentre alcuni sono pessimisti sull’uso del metaverso nelle riunioni, altri si sono espressi a favore dell’impatto che questa tecnologia potrebbe avere sul settore, come Satya Nadella, CEO di Microsoft, o Klaus Schwab, presidente del World Economic Forum (WEF), secondo cui la sensazione di presenza che le app del metaverso hanno portato in iniziative come quella giapponese appare “rivoluzionaria”.

Il WEF ha anzi annunciato la nascita del Global Collaboration Village, che mira a rendere perenni gli incontri di Davos utilizzando la tecnologia del metaverso per consentire ai leader di comunicare tutto l’anno.

Altre istituzioni in Giappone stanno già utilizzando la tecnologia del metaverso per permettere alle persone di stabilire la propria presenza digitale. La città di Toda, per esempio, utilizza da mesi gli strumenti del metaverso per consentire agli studenti di ricevere lezioni da casa come sistema per combattere l’assenteismo scolastico. A luglio scorso l’Università di Tokyo ha annunciato che avrebbe utilizzato il metaverso per offrire corsi di ingegneria agli studenti e insegnato loro le dinamiche di questo mondo virtuale.

Nuovi progetti metaverso

Gli investimenti nel metaverso continuano a crescere e le prospettive di crescita sono esponenziali: le stime parlano di un mercato che varrà diversi trilioni di dollari nel 2030. I progetti validi incentrati su questo settore possono esplodere nel giro di pochissimi anni. Ecco due nuove realtà che si stanno affacciando sul mercato.

Fight Out

Fight Out è un progetto lanciato alla fine del 2022 che sta introducendo sostanziali novità nel settore di riferimento che è il move to earn, un nuovo modello di business che premia gli utenti quando camminano e corrono. Le due società più famose al mondo in questo ambito sono StepN Sweat Economy. Rispetto a queste, Fight Out si distingue almeno per tre innovazioni:1. Fight Out premia gli utenti quando superano una serie di prove fisiche ed eseguono una vasta gamma di esercizi, per esempio quelli che si svolgono in palestra, non solo quando fanno jogging2. Questo è il primo progetto che lega web3 e mondo reale perché, oltre all’applicazione software, aprirà una rete di palestre fisiche dove la comunità potrà ritrovarsi3. Fight Out è anche un metaverso con avatar che sono rappresentazioni degli utenti. L’avatar progredisce in questo ambiente virtuale solo se anche l’utente reale prosegue con successo nel suo programma di allenamento personalizzato

Fight Out premia gli utenti col token interno al progetto REPS che si può convertire nel token FGHT attualmente in prevendita e che può essere quindi acquistato a un prezzo scontato. È ritenuta una delle criptovalute più promettenti.

Con questo token gli utenti potranno richiedere una serie di servizi, per esempio sessioni di allenamento a distanza tenute da personal trainer qualificati, oppure l’accesso al materiale video esclusivo realizzato da professionisti della boxe e delle MMA che sono stati coinvolti in qualità di ambasciatori del progetto.

RobotEra

Gli amanti del gaming e del metaverso dovrebbero dare un’occhiata a RobotEra, un altro progetto molto recente apparso sul mercato.

Si tratta di un gioco play to earn (P2E), cioè gli utenti ricevono delle ricompense per alcune attività svolte nel gioco. L’ambientazione è il pianeta Taro, completamente distrutto in seguito a una guerra e che quindi va ricostruito.

Saranno i robot che dovranno ricostruire il pianeta e i robot non sono altri che avatar dei giocatori. Su Taro bisogna ricostruire tutto, a partire dalla terra. Quando il giocatore ha creato il proprio lotto di terreno (mediante un editor di facile utilizzo) potrà poi edificare sopra ogni genere di struttura.

Tutti gli elementi del gioco, come il terreno e i robot stessi, sono NFT e, in quanto tali, sono sempre di proprietà del giocatore. Rispetto ad altri P2E, RobotEra offre numerose possibilità per guadagnare il token TARO, attualmente in prevendita.

Per esempio, si ricevono TARO quando si esplora il pianeta, quando si estraggono risorse o si coltivano gli alberi sacri. Molto dipende dall’inventiva del giocatore che può organizzare sul proprio terreno tutti gli eventi, i concerti e le mostre che vuole e può richiedere agli altri utenti un biglietto di ingresso.

È anche possibile noleggiare la propria terra ad altri soggetti come aziende o organizzazioni per scopi pubblicitari e di marketing. Il token TARO può poi essere messo in staking e garantire così una rendita passiva.

I.P.

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