Martedì, i prezzi del petrolio sono scesi, prendendosi una pausa dopo essere andati oltre i 5 dollari al barile. Un dollaro in calo ha influenzato gli acquisti e i tassi di interesse della Federal Reserve sono stati più bassi del previsto.

Il prezzo di un barile di petrolio WTI, con perfezionamento ad agosto, è diminuito di 65 centesimi, portandosi a 101,95 dollari.
Lunedì, invece, il contratto è aumentato del 5,1%, segnando l’aumento percentuale più alto dall’11 maggio.
L’aumento del contratto è stato del 5,1%, l’aumento percentuale più alto dal 12 aprile.
La scorsa settimana, due funzionari della Federal Reserve statunitense hanno affermato che l’istituto probabilmente aumenterà i tassi di interesse solo di 75 punti base nella riunione del 26-27 luglio.
Alle 00:36 GMT, il prezzo dei future sul petrolio Brent, con perfezionamento a settembre, era diminuito di 69 centesimi a 105,58 dollari al barile.
Mercoledì, c’è stata la scadenza del contratto WTI di agosto, mentre il più popolare future di settembre è sceso di 63 centesimi a 98,79 dollari al barile.
La scorsa settimana, entrambi i benchmark hanno registrato cali settimanali di oltre il 5%.
Sono emerse crescenti preoccupazioni sul fatto che gli sforzi della banca centrale per contenere l’aumento dell’inflazione possano portare ad una recessione, che ridurrebbe la futura domanda di carburante.
Allo stesso tempo, visto che le sanzioni occidentali sulle forniture di combustile russe hanno interrotto i flussi commerciali verso le raffinerie e il mercato al dettaglio, le preoccupazioni sull’offerta si sono fatte più corpose, rappresentando una sfida per i prezzi del petrolio.
Inoltre una recessione economica, significherebbe comporterebbe un calo dei consumi della benzina.