L’identità come antidoto nostalgico alla dissoluzione

In questa fase storica, tutte le forme d’aggregazione rischiano di essere dissolte: nazioni, classi, partiti, famiglie, persino le identità sessuali sembrano squagliarsi.
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Il processo di trasformazione che caratterizza quella che viene definita la post-modernità, è connotato dal brusco passaggio da un capitalismo fordista, concreto, industriale, connesso ancora alla comunità nazionale a un turbocapitalismo sovranazionale, apolide, finanziario e iper-tecnologico. È associato, nello stesso tempo, a una vera e propria mutazione antropologica, che estremizza la propensione a un individualismo super-egoistico, che coinvolge opinioni, gusti, aspirazioni, residue volontà (che tendono presto a ridursi in velleità).

In questa fase storica, tutte le forme d’aggregazione rischiano di essere dissolte: nazioni, classi, partiti, famiglie, popoli interi sembrano squagliarsi. Persino la naturale identità sessuale, che tiene in vita le specie, partecipi del compito sacro, divino, della riproduzione, è messa in discussione. Tale sistema mira all’uomo e alla sua psiche e all’acropoli dell’anima, favorendo e avvantaggiandosi delle umane debolezze, delle sue depressioni, delle sue disperazioni: nella quasi totale “indifferenza”. L’unità interiore della famiglia e della persona viene disarticolata e frammentata, anche in questo caso dal classico divide et impera: si genera allora la possibilità di condizionamento. Noi stessi, vittime della disgregazione, siamo ridotti, alimentandola più o meno consapevolmente, a essere aguzzini in un tragico effetto domino della rottura d’unità interiore, familiare e comunitaria. Tutto ciò si traduce in un tragico circolo vizioso nel quale il carnefice è nello stesso momento vittima.

Questo procedimento di auto dissoluzione, però, ha da tempo innescato una reazione, inevitabile. Si tratta di un fenomeno europeo e mondiale che si sta manifestato attraverso l’insorgenza di fenomeni complessi che, pur nelle loro diversità, hanno un filone comune, che risponde alla differenza tra comunità e società sostenuta da Ferdinand Tonnies.

Tradizionalismo, etno-regionalismo e ruralismo attraverso un ritorno al folklore, ai canti e alle musiche che risvegliano il comune sentire. Viaggi sviluppati nel corso del tempo in forme più o meno consapevoli trovano una unità di fondo della riscoperta di valori tradizionali iscritti nella millenaria storia del mondo.

Un senso di nostalgia, di un amore lontano ma mai morto, un sentimento salvifico.