I problemi legati al gas fanno scendere l’euro, il dollaro guadagna sui timori del crollo

Il dollaro è aumentato martedì rispetto a un paniere di valute principali, ritirandosi dopo tre ribassi consecutivi, in seguito all’aumento dei timori di recessione e all’attesa di una dichiarazione della Fed. Allo stesso tempo, le preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico hanno pesato sull’euro.

I Paesi dell’Unione Europea hanno confermato martedì un piano di emergenza depotenziato per ridurre la domanda, dopo aver raggiunto un accordo di compromesso per limitare il taglio per alcuni Paesi, impegnandosi a ridurre ulteriormente le forniture di gas russo.

Il sentimento di avversione al rischio ha aiutato il dollaro perché le parità statunitensi sono state trascinate al ribasso in seguito a un profit warning di Walmart, che ha dichiarato di voler tagliare i prezzi per ridurre le scorte.

Mercoledì si prevede che la Fed aumenti i tassi di interesse di 75 punti base, e gli investitori guarderanno con attenzione alla guida della banca centrale, alle prese con un’inflazione elevata e una potenziale recessione. La scorsa settimana, la Banca Centrale Europea (BCE) ha aumentato i tassi di 50 punti base.

L’analista di mercato senior di OANDA a New York, Edward Moya, ha dichiarato che l’euro è ormai alle strette. Sapeva che da tempo ormai l’euro faceva da “sacco da boxe”, ma le preoccupazioni per la crescita non erano destinate a migliorare; la crisi energetica non sembrava infatti che destinata a peggiorare.

Ha inoltre affermato che vi è il rischio crescente che gli investitori diventino più ansiosi e che non si tratti di un breve periodo, bensì di un periodo che potrebbe avere conseguenze più dure, per cui i flussi di beni rifugio verso il dollaro rimarranno il punto principale per molti trader.

L’indice del dollaro è aumentato dello 0,714% a 107,180, mentre l’euro è crollato dello 0,98% a 1,012 dollari. L’euro ha registrato un calo percentuale giornaliero dall’11 luglio.

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