Mentre gli investitori si preparavano all’aumento di 75 punti base dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve questa settimana, i prezzi dell’oro sono scesi lunedì mattina in Asia.
Secondo Stephen Innes, managing partner di SPI Asset Management, “il calo dei tassi statunitensi sulla base delle preoccupazioni di recessione globale ha rafforzato l’oro”.
I futures sull’oro erano in calo dello 0,16% a 1.724,55 dollari. Da quando è salito oltre i 2.000 dollari l’oncia all’inizio di marzo, grazie all’aggressivo rialzo dei tassi della Fed e alla ripresa del dollaro, i prezzi dell’oro sono scesi di oltre 350 dollari, pari al 16%.
I tassi di riferimento dei Treasury decennali statunitensi si sono attestati lunedì mattina vicino ai minimi di otto settimane, mentre il dollaro, che spesso oscilla in opposizione all’oro, è sceso leggermente.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base per combattere la crescente inflazione mondiale. Si prevede un altro aumento prima che il tasso di inflazione torni all’obiettivo del 2%.
Oggi potrebbe esserci qualche esitazione in vista del Federal Open Market Committee, che probabilmente metterà in evidenza la scelta paradossale della Fed di combattere l’inflazione al prezzo dell’espansione economica.
Tra i metalli preziosi, l’argento è sceso dello 0,57%, il platino dello 0,20% e il palladio dell’1,59%.
Gli investitori guardano ora alla riunione politica di due giorni della Federal Reserve statunitense, che si concluderà mercoledì. I mercati stanno già valutando un aumento dei tassi di interesse di 75 punti base.
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