Il dramma di una gioventù che, anche in Brianza, è quotidianamente protagonista di episodi al limite, continua a interrogarci. Tanto da essere divenuto il tema centrale del recente incontro tra l’arcivescovo di Milano, monsignor Delpini, e gli amministratori della provincia. Certo, lo si è detto: il periodo storico è quello che è, le prospettive non sono propriamente brillanti e reazioni di stampo nichilistico sono (ahinoi) anche comprensibili. Però viene anche da chiedersi quale sia il ruolo che le famiglie hanno in tutto questo. Sono presenti, padri e madri, nelle vite dei propri pargoli? Spesso capita di accorgersi di come molti ragazzi, di qualsiasi estrazione, siano soli, abbandonati a crescere davanti allo schermo di uno smartphone.
Ma mettere al mondo un figlio non può essere solo un capriccio egoistico (anche se sempre meno, continuiamo ad ascoltare la fatidica frase “voglio un bambino”): donare una vita significa anche prendersi la responsabilità di far sì che questa sia dignitosa. E ciò vuol dire dare alla propria prole tutto il supporto di cui necessita per crescere: morale, educativo e, sì, anche economico. In mancanza della capacità di poter fornire queste garanzie sarebbe forse meglio fermarsi a riflettere, prima di procreare. Perché, se al mondo c’è una certezza, è che le colpe dei genitori ricadono sui figli. Purtroppo.