L’operatore dell’oleodotto ha avvertito lunedì che, a causa della rottura delle apparecchiature, giganti del petrolio come ExxonMobil e Chevron dovranno nuovamente ridurre la quantità di petrolio dal Kazakistan esportato attraverso la Russia, aggiungendo così un’ulteriore interruzione delle forniture energetiche dalla Russia all’Occidente.

La CPC, che trasporta il petrolio dal Kazakistan ai mercati internazionali attraverso la Russia e gestisce l’1% del petrolio mondiale, ha confermato sabato che le esportazioni da due dei suoi tre punti di ormeggio in un terminal del Mar Nero sono state sospese.

In risposta alle sanzioni imposte durante l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, definita dal Cremlino un’operazione militare speciale, l’Occidente accusa la Russia di limitare l’approvvigionamento energetico per far salire i costi.

La Russia contesta e attribuisce la questione sia alle sanzioni occidentali sia a diversi problemi tecnologici.

La settimana scorsa Gazprom ha annunciato che il gasdotto Nord Stream 1, che attraversa il Mar Baltico per raggiungere la Germania, avrà bisogno di manutenzione irregolare. Di conseguenza, le spedizioni di gas russo verso l’Europa diminuiscono di circa il 75% all’anno.

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Il monopolio russo degli oleodotti Transneft, azionista di rilievo della CPC, ha annunciato lunedì di aver dovuto sospendere i carichi dai punti di ormeggio SPM-1 e SPM-2 a causa di danni ai “punti di attacco dei manicotti subacquei ai serbatoi di galleggiamento”.

La CPC ha dichiarato che le richieste di carico di petrolio hanno dovuto essere ridotte perché i carichi venivano elaborati solo da SPM-3.

Secondo la CPC, intendeva sostituire alcuni componenti dell’equipaggiamento sui due SPM in questione e stava cercando un’organizzazione che si occupasse del compito.

A causa dei danni, il Kazakistan è stato costretto a ridurre la produzione di petrolio in primavera, quando CPC ha sospeso i carichi da due SPM.