L’editoriale del direttore: l’abbraccio della Brianza al bimbo di Gaza e quel flebile segnale di speranza

Nelle scorse settimane, il Cittadino ha seguito con attenzione le vicende del bambino palestinese curato e ricoverato al San Gerardo di Monza, dove era giunto gravemente ferito alla testa a causa dei bombardamenti israeliani.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Nelle scorse settimane, il Cittadino ha seguito con attenzione le vicende del bimbo palestinese curato e ricoverato al San Gerardo di Monza, dove era giunto, gravemente ferito alla testa durante i bombardamenti israeliani su Gaza (che hanno provocato, purtroppo, la morte del suo fratellino), all’inizio di febbraio, grazie a una missione della Croce rossa.

La buona notizia è che, in seguito al delicato intervento di ricostruzione del cranio avvenuto proprio nel nosocomio monzese, il bimbo starebbe bene e sarebbe ora avviato sulla strada della guarigione, sapientemente vegliato dal personale medico e infermieristico dell’Irccs.

Certamente l’ennesimo motivo di vanto per la sanità brianzola, ma anche, sia consentito sottolinearlo, un piccolo e flebile segnale di speranza in quel tunnel oscuro in cui le nostre vite sembrano essere state precipitate da qualche tempo a questa parte, tra catastrofi geopolitiche e assurde posture bellicose da parte dei nostri governanti (per compiacere chi, poi? Di certo non le famiglie, che non arrivano a fine mese per i costi di gas e benzina…).

Sono storie come questa quelle che, ogni giorno, di fronte agli orrori del mondo, ti spingono ad andare avanti, a continuare a credere nell’essere umano, anche quando sembrerebbe impossibile. Storie delle quali, oggi più che mai, abbiamo un infinito bisogno.