Ilaria Salis, quattro passi dalla galera alla strada del lusso di Monza

Ilaria Salis a Monza per presentare il suo libro e per una "vasca" nella via del lusso cittadino. Ne scrive il direttore Marco Pirola.
Monza presentazione libro Ilaria Salis - foto Radaelli
Monza presentazione libro Ilaria Salis – foto Radaelli Fabrizio Radaelli

Dalle galere di Orban a “Pozzi Lei”, il negozio del lusso monzese. Un sabato qualunque, un sabato italiano cantava Sergio Caputo negli anni Ottanta. A Monza abbiamo assistito a un incontro tra alta moda e politica, con una particolarità. Protagonista non era il lusso delle sfavillanti vetrine del centro della città che fu dei Savoia – ma anche di Gaetano Bresci – ma Ilaria Salis, una delle figure più controverse della politica di sinistra. Sempre Monza. Gente che va e che viene. E sin qui ci siamo.

Dove sta la novità? Ilaria Salis lungo la strada dello shopping per eccellenza come lo può essere via Carlo Alberto. Beh, niente di male per carità. Anzi. L’ex testimone delle galere di quel fascistone filo putiniano dell’ungherese Orban é fresca di presentazione del suo libro in città. Che non ricordo come si chiama, il libro, ma potrebbe essere tipo che so: cerco casa mi sembra. Qualcuno degli astanti la nota con mamma e papà al seguito. Nulla da eccepire anche in questo caso. La famiglia piccolo borghese, tipicamente brianzola, che viene in centro a fare la “vasca”, fa breccia nei passanti. Un’immagine diversa da quella della barricadera Ilaria di altri momenti. L’aria di Bruxelles deve averla imborghesita.

Altri la riconoscono. Sorridono e passano oltre. Un tenero quadretto arricchito da una cornice fatta di due borse della spesa griffate “Pozzi lei”. E qui incominciano i borbottii. Ma come, la principessa delle occupazioni abusive a beneficio di se stessa e dei più bisognosi (potremmo anche essere d’accordo nel secondo caso) che gira per Monza “facendo pubblicità” ad un marchio del lusso come quello? Visto che “Pozzi Lei” non ti regala nemmeno l’aria che si respira in negozio e che gli articoli in vendita costano, come direbbe Filippo Champagne, qualche migliaia di “pezzi da impiegato”, che avranno mai comperato? Qualche negoziante scorgendo il passaggio dell’augusta rappresentante monzese però ha un fremito e si affretta a telefonare a casa per controllare se sia ancora libera e a disposizione. Vista la specialità dell’europarlamentare (non certo per colpa nostra) della sinistra quasi estrema, una precauzione non proprio infondata. Di questi tempi e con tali chiari di luna non sia mai che al ritorno la si trovi occupata proprio dalla Salis. Battute a parte, impossibile non notare il contrasto tra il suo impegno per le occupazioni abusive e la passeggiata tra le vetrine di alta moda. Ilaria, però, è abituata a queste contraddizioni. Del resto la passerella con gli “schiavettoni (le manette) di Orban non deve essere stata una passeggiata. E poi se le interessa non ci sono vetrine libere in via Carlo Alberto…

L'autore

Marco Pirola fu Arturo. Classe 1962, quando l’Inter vinse il suo ottavo scudetto. Giornalista professionista cresciuto a Il Giornale di Montanelli poi approdato su vari lidi di carta e non. Direttore del settimanale L’Esagono prima e di giornali “pirata” poi. Oggi naviga virtualmente nella “tranquillità” (si fa per dire…) dei mari del sud come direttore responsabile de Il Cittadino.