Nessuno più credeva alla possibilità di salvare il cash&carry Altasfera di Varedo. E invece, no: stavolta invece hanno sbagliato i pessimisti. I 33 posti di lavoro di Altasfera di Varedo sono salvi. Le famiglie potranno continuare a contare su uno stipendio sicuro e su un futuro occupazionale garantito.
Tutto questo grazie a un accordo firmato giovedì 11 novembre, tutti gli otto punti vendita di proprietà del gruppo Alco saranno acquisiti dal brand bresciano della grande distribuzione Migross. Avranno un posto di lavoro garantito dunque i 33 lavoratori del centro di vendita all’ingrosso di via Parma. Un sospiro di sollievo per i lavoratori. Da ormai molto tempo il futuro del polo commerciale sembrava critico e ogni futuro occupazionale sempre più precario.
«È una grande soddisfazione – commenta Andrea Montanari, di Filcams Cgil da tempo in prima linea per salvaguardare i dipendenti varedesi -. Ora è altamente probabile che il brand di Rovato perfezionerà l’acquisizione entro dicembre. La sorpresa è che il cash&carry offre nuove prospettive occupazionali. La sola presenza è a Cinisello Balsamo con il Metro. Ma in Brianza c’è un deficit di presenza di questo servizio, con prospettive occupazionali rassicuranti». Dopo troppi mesi di calvario, ai lavoratori saranno pagati anche gli stipendi arretrati. Un grande sollievo non solo per i varedesi. In tutto infatti i posti di lavoro salvati con questa operazione saranno 213 su otto punti vendita: tre in provincia di Brescia (Rovato, Lonato, Braone) e poi a Busto Arsizio (Varese), Crespiatica (Lodi), San Martino Siccomario (Pavia) e Segrate (Milano).
La riapertura sarà realizzata secondo un cronoprogramma a tappe che prevede anche la formazione dei dipendenti. Per ammortizzare i tempi della riorganizzazione industriale si farà ricorso alla cassa integrazione. Le prospettive occupazionali del punto vendita di Varedo era realmente critica, al punto da depositare in Tribunale una richiesta di concordato. Numerosi gli scioperi dei lavoratori, decisi a difendere i propri diritti. E nel dicembre scorso erano stati sospesi perfino gli stipendi. Al punto che i 42 lavoratori erano rimasti in 33. I sindacati però non avevano voluto gettare la spugna anche perché due acquirenti si erano mostrati interessati.