St, Saccomanni vuole vendere In Senato: «Sì, la privatizziamo»

Il governo procede spedito sulle privatizzazioni. Lo ha confermato mercoledì in un’audizione al Senato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. E nel pacchetto di azioni da piazzare rispunta il nome di St.
Una manifestazione davanti alla St
Una manifestazione davanti alla St

Il governo procede spedito sulle privatizzazioni. E questo in barba alle rassicurazioni fornite poche settimane fa dal viceministro del Lavoro, Cecilia Guerra. La corsa verso la vendita è stata confermata mercoledì in un’audizione al Senato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni spiegando che le operazioni di dismissione pur “essendo di importi modesti in confronto a quello del debito” rappresentano un segnale che l’Italia deve dare all’Europa sul fronte della riduzione del debito stesso. Entro quest’anno dovrebbero entrare nelle casse dello Stato i primi 8-9 miliardi dalla dismissione delle partecipazioni dirette in Poste, Enav, Eni e Stm. Il governo, ha spiegato il ministro, “ha ritenuto che in una prima fase si potesse procedere alla dismissione di quote di partecipazioni in Poste italiane, Enav, StMicroelectronics ed Eni”. “Per quanto riguarda i possibili introiti diretti per lo Stato – ha aggiunto – le stime devono essere considerate preliminari e provvisorie, non essendo disponibili valori di riferimento di mercato per le realta’ a oggi non quotate (Poste italiane ed Enav). In relazione alla prima fase di privatizzazione, che si intende concludere entro l’anno – ha osservato – ritengo possa essere considerata attendibile una stima complessiva di benefici finanziari per lo Stato dell’ordine di 8-9 miliardi di euro”.