Roncello, la crisi K-Flex: l’azienda non va a Roma al tavolo col ministero

LEGGI La crisi K-Flex - Alla vigilia del tavolo al Mise, convocato per mercoledì 15 marzo alle 11, la proprietà di K-Flex fa sapere che alla vertenza romana non ci sarà e che la sede per le trattative è Assolombarda. Sigle sindacali e rappresentanti dei lavoratori - al giorno 50 di sciopero - fanno sapere che non mancheranno l’appuntamento. In settimana, tensione in crescendo con una denuncia ai carabinieri.
Roncello, la crisi K-Flex: presidio davanti a Assolombarda martedì 14 marzo
Roncello, la crisi K-Flex: presidio davanti a Assolombarda martedì 14 marzo Signorini Federica

Alla vigilia del tavolo al Mise, convocato per mercoledì 15 marzo alle 11, la proprietà di K-Flex fa sapere che alla vertenza romana non ci sarà. Sigle sindacali e rappresentanti sindacali dei lavoratori, da parte loro, fanno sapere che non mancheranno l’appuntamento.

«Non avendo novità da comunicare riguardo alla propria decisione di cessare l’attività produttiva del sito di Roncello già espressa e confermata nel corso dell’incontro del 3 marzo scorso, K-Flex non parteciperà all’incontro» si legge in una nota emessa dall’azienda. Il medesimo messaggio viene veicolato anche da Assolombarda in una comunicazione indirizzata a Ministero, Regione e sigle sindacali.


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La multinazionale con sede a Roncello, tramite il proprio ufficio stampa, conferma «la disponibilità al dialogo e sollecita la prosecuzione del confronto in sede sindacale al fine di trovare soluzioni idonee ad attenuare l’impatto sociale con un piano di incentivazione e strumenti di politiche attive aggiuntivi a quanto messo a disposizione dalla Regione Lombardia».

Fa inoltre sapere che «la sede per le trattative e gli accordi sindacali è Assolombarda, quindi se i lavoratori vogliono portare a casa qualcosa, è qui che bisogna confrontarsi». Ed è qui (in via Pantano, a Milano) che la mattina di martedì 14 marzo, cinquantesimo giorno di sciopero, circa 200 lavoratori hanno preso parte all’ennesima manifestazione di protesta contro la scelta della proprietà. Vi hanno preso parte anche i segretari generali di Filctem Cgil (Emilio Miceli), di Femca Cisl (Angelo Colombini) e di Uiltec Uil (Paolo Pirani).

L’assenza della proprietà al Ministero dello sviluppo economico sarebbe la seconda (su tre convocazioni). La prima volta, l’8 febbraio, il viceministro Teresa Bellanova aveva reagito con fermezza all’atteggiamento dell’azienda, a maggior ragione perché la mancata presenza al tavolo istituzionale era coinciso con l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per 187 dipendenti. A poco più di un mese di distanza, l’assenza della K-Flex a Roma sarà ulteriormente evidenziata dal fatto che il 15 marzo è il giorno in cui i lavoratori in sciopero (dal 24 gennaio in presidio permanente fuori dall’azienda) riceveranno la prima busta paga con importo pari a zero.

I giorni precedenti sono stati segnati da un crescere di tensione. Lunedì 13 marzo, i sindacati hanno denunciato ai carabinieri di Trezzo sull’Adda il fatto che sia stato «negato l’accesso ai rappresentanti sindacali nei locali preposti all’attività sindacale in azienda» e «un altro fatto gravissimo: in questi giorni hanno fatto uscire dall’azienda attrezzature destinate alla fabbrica polacca con vettori di altre aziende, violando leggi, il diritto di sciopero e le disposizioni della Prefettura di Monza e del Governo, che ha diffidato la K-Flex dall’intraprendere iniziative provocatorie e dall’effettuare tentativi di far uscire attrezzature dalla fabbrica di Roncello». La proprietà ha negato tutto.