Recessione, guerre e costo energia: un 2024 di incertezze per le imprese della Brianza

Indagine svolta dall’Ufficio Studi di A.P.I. tra le piccole e medie imprese di Monza e Brianza che conta circa 2mila imprese associate
Paolo Galassi, presidente di Api
Paolo Galassi, presidente di Api

Anno nuovo, nuove sfide per le imprese del nostro Paese. L’incertezza, comunque, regna sovrana in alcuni settori. Questa, perlomeno, è la sensazione legata a un’indagine svolta dall’Ufficio Studi di A.P.I. tra le piccole e medie imprese di Monza e Brianza.

A.P.I. è l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie di Milano, Monza, Pavia, Lodi e Bergamo, aderente a Confartigianato Imprese. Nelle province di Milano e Monza le imprese associate sono circa 2mila. Il comparto ha generalmente retto l’urto della tempesta Covid e ha saputo poi imboccare rapidamente la via della ripresa, malgrado la crisi energetica e le accresciute tensioni a livello internazionali. Ma la «fotografia» scattata da A.P.I. a conclusione del 2023, evidenzia comunque alcune preoccupazioni e diverse incognite. Alla domanda “come ha chiuso il 2023?” il 46% degli interpellati ha risposto in positivo, il 29% in negativo, il 25% ha preferito non rispondere.

Il sondaggio tra le imprese: per oltre la metà domina l’incertezza

Alla domanda, “2024, i prossimi mesi saranno caratterizzati da…?” il 55% ha indicato nell’incertezza il fattore predominante, mentre il 26% ha messo in cima alla propria graduatoria la contrazione. Solo il restante 19% ha scommesso sulla crescita. “Il 47% – spiega l’Ufficio Studi di A.P.I. – è timoroso rispetto alla debolezza economica di alcuni paesi, dalla recessione tedesca, al rallentamento della Francia, a quello USA, il 23% sta affrontando le transizioni energetica, digitale e sostenibile (quindi con investimenti importanti), il 14% non trova personale qualificato e, quindi, deve rinunciare ad alcune commesse con conseguente perdita di fatturato, il 7% sta valutando la vendita dell’azienda, il 9% ha risposto non so.
L’export extra UE regge soprattutto per la meccanica di precisione, il lusso e i prodotti di alta qualità made in Italy”.

Il presidente A.P.I. Galassi: “Vanno create condizioni più favorevoli per fare impresa”

“Lasciamo il 2023 – spiega Paolo Galassi, presidente di A.P.I. -, con uno sguardo all’incertezza. L’instabilità geopolitica, i tassi che frenano l’accesso al credito (quindi, gli investimenti), la recessione di alcune economie, la volatilità dei prezzi e gli anni di crisi, sono tutte zavorre che pesano sulle spalle di noi piccoli e medi imprenditori”.

“Se l’Italia è ancora una potenza produttiva a livello europeo e mondiale – aggiunge il responsabile di A.P.I. – , lo dobbiamo alle piccole e medie imprese e alla nostra capacità di imprenditori di credere nel fare impresa. Anche stavolta, quindi, non ci fermeremo e faremo la nostra parte per far crescere il Prodotto interno lordo e stabilizzare l’occupazione. Vanno create condizioni più favorevoli per fare impresa. Chiediamo, però, uno sforzo a Regione Lombardia sulle iniziative di sostegno e stimolo agli investimenti e uno sulla Manovra al Governo nazionale, cioè di accelerare sui decreti attuativi per sostenere l’industria; ma anche di osare con le riforme e usare i fondi del PNRR che ancora abbiamo a disposizione con azioni di reale utilità, che ne moltiplichino il valore”.

“Sì – aggiunge Galassi -, proprio perché è dalla concretezza del lavoro quotidiano delle imprese e dei loro lavoratori che si generano benefici per i cittadini e un futuro per i giovani. Senza pragmatismo il Paese si ferma”.