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Pane e dolci made in LissoneCinesi con acquolina in bocca

Pane e dolci made in LissoneCinesi con acquolina in bocca

LISSONE – Eccellenza italiana, genio e fantasia. Non si tratta solo di particolari invenzioni o di contatti tra grandi aziende. C’è anche il piccolo artigiano brianzolo che, quasi per gioco, accetta una sfida imprenditoriale. E’ il caso di Elena Mariani, titolare di L’arte bianca, panificio pasticceria in via Vecellio.

Insieme a Giorgio Zanoni, che nel negozio lavora come panificatore, la signora Elena ha provato ad esportare pane, pizze, focacce e dolci in Cina. Esattamente nell’isola di Zhou Shan, poco distante da Shangai, un milione e mezzo di abitanti, quasi tutti impiegati nelle grandi fabbriche per la lavorazione del pesce e la produzione dolciaria. «Il nostro pane è piaciuto e le torte ancora di più- dice Elena-,  grazie alla conoscenza di un partner cinese, la Mazurka, catena di pasticcerie, siamo riusciti ad organizzare una settimana italiana e i nostri prodotti sono stati preparati in un grande laboratorio, con più di 200 dipendenti. Abbiamo usato i loro macchinari, ci hanno anche filmato, ma alcuni segreti di impasti ed ingredienti siamo riusciti a non rivelarli.

Poi loro si sono occupati della confezione, accuratissima e coreografica, e, dopo aver allestito una vetrina con le foto dei nostri volti formato poster, hanno venduto le focacce italiane e le torte arricchite da frutta e cioccolato. Abbiamo realizzato più di 5000 diversi prodotti, in 10 giorni, e si è venduto tutto!».

«Non è stato difficile- aggiunge Giorgio Zanoni, 25 anni, panificatore da 10- i macchinari non sono differenti da quelli italiani e per farsi portare ingredienti e attrezzi ci si intendeva benissimo a gesti. La pasticceria cinese e fatta di dolcetti piccoli, molto zuccherati e caramellati, niente a che vedere con le nostre crostate o torte di mele. E’ stato divertente osservare come prendessero nota di ogni passaggio della lavorazione, addirittura contavano quanti acini d’uva o fettine di kiwi venivano usate per le decorazioni, ed erano sorpresi dalla fantasia italiana.

E’ stata una bellissima esperienza, importante per un giovane, anche se non penso di trasferirmi là. Se tutto va bene basteranno pochi mesi per insegnare ai cinesi le procedure necessarie». I due avventurieri de L’arte bianca sono tornati dalla Cina il 25 ottobre con un bagaglio di conoscenze e di entusiasmo notevole. Adesso attendono la risposta dai partner di quel paese e sperano di poter avviare una catena di negozi in franchising per distribuire pane italiano da Shangai a Pechino e oltre. E se ogni cinese comprasse anche solo un panino, sono 1.306.313.813, pari a circa il 20% della popolazione mondiale?
Cristiana Mariani