Le ultime confezioni di pane prima di spegnere i forni. Probabilmente in modo definitivo. Finisce nel peggiore dei modi il calvario di Panem di Muggiò, dalla quale è partita la simbolica Via Crucis del venerdì santo, dopo gli ultimi disperati tentativi di mantenere la continuità occupazionale per i 90 dipendenti del sito di via Pavia. A quanto sembra, inutilmente.
Troppo compromessa, infatti, è risultata la situazione dopo l’ennesimo colpo all’azienda, ovvero il fallimento nello scorso dicembre di Alimentitaliani, la controllata del gruppo iGreco, che avrebbe dovuto rilanciare l’intero ex gruppo Novelli e che invece lo ha affossato. Complice la scelta poco oculata del Ministero dello Sviluppo economico, ma non solo: «Panem è ferma, anche le ultime commesse sono state perse – ha sottolineato lapidario Matteo Casiraghi di Flai Cgil MB – Questo disastro ha dei responsabili e sono tanti».
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Così, ormai, non resta che aspettare la prima udienza prevista per il 9 aprile al Tribunale di Terni «per una prospettiva di continuità, che non sarà occupazionale». La cassa integrazione straordinaria scadrà a giugno, il suo rinnovo appare una chimera, e la legge prevede che a 75 giorni dalla scadenza – senza una proroga – cominci la procedura per i licenziamenti.
Intanto i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil sono ancora in attesa di una convocazione da parte della Prefettura di Monza che, tuttavia, sembra lasciarsi desiderare: in teoria, infatti, non sarebbe ancora tramontata l’ipotesi di una cessione del solo asset di Panem ad un imprenditore interessato a rilevare sia l’azienda che il sito produttivo, ma il silenzio del prefetto non lascia trapelare molte speranze e in ogni caso, a questo punto, riguarderebbe probabilmente il solo marchio Panem.
«Siamo ancora in attesa di una convocazione da parte del prefetto Giovanna Vilasi – ha confermato Casiraghi – ma ci sembra chiaro, ormai, che si stia andando verso l’udienza prefallimentare. Ciò che attualmente possiamo verosimilmente sperare per i lavoratori, è di recuperare almeno i Tfr e le retribuzioni che ancora non sono state pagate».
Tanto che domenica scorsa, all’interno di un’iniziativa organizzata da Cgil Brianza e Inca Brianza in piazza San Paolo a Monza, una trentina di lavoratori ha distribuito centinaia di confezioni di pane ai passanti, per sensibilizzare la cittadinanza e rinnovare l’invito alla Prefettura a convocare le parti in causa. Oggi i macchinari sono fermi, i forni sono stati spenti, dopo più di mezzo secolo l’aria non è più intrisa del profumo di pane.