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Monza: partita la corsa ai patronati per gli assegni familiari

Nuove modalità per la richiesta degli assegni familiari. Dall’inizio di luglio domande solo telematiche. Patronati di Monza e Brianza al lavoro per aiutare i lavoratori. Con un sito Inps che non sempre funziona a dovere
Monza Sede Cisl Patronato
Monza Sede Cisl Patronato Fabrizio Radaelli

Le nuove modalità di richiesta degli assegni familiari (tecnicamente Anf: assegno per il nucleo familiare) da parte dei lavoratori dipendenti hanno causato, da inizio giugno a oggi, un massiccio aumento di afflusso ai patronati dei sindacati, anche se la domanda può essere trasmessa direttamente dal lavoratore all’Inps in via telematica. Ma la questione è sempre quella: c’è timore di sbagliare a compilare la domanda e quindi ci si rivolge per sicurezza ai patronati. Che si aspettano nei prossimi mesi un ulteriore aumento di utenza. Vediamo perchè.

Cos’è cambiato Fino allo scorso 30 giugno (l’annualità per gli assegni familiari decorre dal 1° luglio al 30 giugno dell’anno successivo) la domanda per gli assegni familiari andava presentata in maniera cartacea al datore di lavoro. Dal 1° luglio 2019 va invece presentata direttamente in via telematica all’Inps dal lavoratore, che può scegliere però di rivolgersi a un patronato.

«Abbiamo inoltrato oltre un migliaio di domande dal 1° giugno a oggi (ieri, ndr)» racconta Marco Colombo, responsabile del Caf Inas Cisl. Raffronti con gli scorsi anni non si possono fare, ovviamente, data la novità, ma Colombo osserva: «Ci aspettavamo, se possibile, un afflusso anche maggiore. Probabilmente molti lavoratori non sono a conoscenza della nuova normativa, si accorgeranno a fine luglio che in busta paga non ci sono più gli assegni familiari e allora provvederanno a farne richiesta. Per questo ci aspettiamo ancora afflussi notevoli ai nostri sportelli».

La domanda all’Inps, dice Colombo, non è difficile da fare: «Basta indicare il reddito e il codice fiscale dei componenti del nucleo familiare. Certo, è facile sbagliare a indicare il reddito quando non c’è solo quello da lavoro dipendente e subentrano redditi da fabbricati, da lavoro autonomo o da affitti. Allora il patronato può aiutare».

Le cifre in ballo in molti casi non sono trascurabili. L’ammontare degli assegni familiari varia a seconda del reddito e dei componenti della famiglia (se per esempio ci sono casi di vedovanza, separazioni, inabilità ecc.): si può andare da pochi euro a qualche centinaio di euro al mese.

Problemi di collegamento Problemi, denunciano i patronati, dà casomai il collegamento telematico con l’Inps: «Ogni tanto, e non solo per gli assegni familiari – osserva Colombo- il collegamento non funziona».

Un aspetto, questo, su cui batte molto Davide Cappelletti, responsabile del patronato Inca Cgil: «Abbiamo dovuto fare segnalazione attraverso il nostro livello regionale per i malfunzionamenti Inps. In mancanza di collegamento i patronati non possono rendere i servizi all’utenza». A pesare sul sistema informatico Inps, secondo Cappelletti, è stato anche un evento “stagionale”: «A inizio luglio i precari della scuola presentano le domande di disoccupazione e la mole di lavoro negli uffici dei patronati e all’Inps aumenta».

Tornando agli assegni familiari, all’Inca Cgil le domande presentate sono state 1400 dal 1° giugno a metà luglio: «L’attività dei nostri uffici è quadruplicata -spiega Cappelletti-, al netto dei problemi di collegamento telematico. Ma non si può pensare che i patronati si sostituiscano in toto all’Inps».

«L’invio diretto all’Inps in via telematica da parte del lavoratore dovrebbe essere la modalità normale per chiedere gli assegni familiari -insiste Cappelletti- . Magari si potrebbe pensare, come già succede per la dichiarazione dei redditi, a una domanda in parte precompilata, visto che i dati reddituali e dei componenti familiari l’Inps li conosce già. Certo, resta sempre il timore, nei singoli, di sbagliare qualcosa nella domanda. Per questi i patronati restano fondamentali».

Possono essere chiesti anche gli arretrati degli assegni familiari, fino a cinque anni prima (poi scatta la prescrizione): «Non è infrequente che si presentino persone che chiedono gli arretrati». spiega Cappelletti. Importante: la richiesta degli assegni familiari non ha scadenze. Basta ricordarsi che l’anno decorre da luglio a giugno.