La storia di tre generazioni di imprenditori, ma anche uno spaccato di novant’anni di storia italiana. È il libro “Brugola Vite d’artisti” (Edizioni Aliberti Compagnia Editoriale) che Jody Brugola, presidente della Brugola Oeb di Lissone, ha realizzato con la collaborazione dei giornalisti Luca Telese e Paola Brianti.
Il volume, presentato lunedì pomeriggio a Milano nella giornata di chiusura di Tempo di libri, la fiera internazionale dell’editoria, racconta una storia appassionante fatta di duro lavoro, di orgoglio, di passione, di voglia di andare sempre avanti anche quando le difficoltà superano le soddisfazioni.
Una storia che sarebbe la sceneggiatura ideale di un film con protagonisti il capostipite Egidio, il figlio Giannantonio e un altro Egidio, detto Jody, che oggi guida un’impresa italiana con sede a Lissone che produce viti a difetto zero che hanno rivoluzionato il mondo della tecnologia e che sono richieste in ogni parte del globo.
«La vite sembra un oggetto semplice – ha sottolineato Jody Brugola – ma al suo interno c’è una tecnologia stellare. Non si può risparmiare sull’acciaio e nemmeno sui processi di produzione e di selezione. Noi vogliamo viti perfette ed è a grazie a questa elevatissima qualità che noi possiamo stare un passo avanti rispetto agli altri».
Brugola ha affermato anche di aver scritto il libro perché voleva «lasciare una testimonianza della storia di onesti lavoratori. Avrei voluto farlo uscire due anni fa in occasione del novantesimo dell’azienda ma sono andato un po’ lungo coi tempi ».
Il volume è già stato presentato all’interno dell’azienda qualche giorno fa. «Per me è importante condividere questi momenti coi miei dipendenti – ha commentato – il rispetto per chi lavora lo ritengo fondamentale. Se non ci fossero le maestranze che ogni giorno producono le nostre viti non andremmo da nessuna parte». E ha aggiunto: «Mi hanno sempre insegnato che per raggiungere un obiettivo servono perseveranza e sagacia ma anche umiltà, umanità e garbo».
Che cosa spera per il futuro? «Che l’azienda diventi sempre più globale, più forte non solo in Europa ma anche negli Usa e in Asia. E per Asia non intendo solo la Cina ma anche l’India, la Corea del Sud, l’Iran».