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La crisi K-Flex: nessun accordo, a Roncello scattano i licenziamenti

Attendevano il 26 aprile come una data decisiva: ma anche l’ultimo incontro in Regione tra la proprietà K-Flex di Roncello e le organizzazioni sindacali in rappresentanza dei lavoratori mobilitati dal 24 gennaio contro 187 licenziamenti non ha dato esiti. Il 4 maggio in tribunale per la richiesta di ritiro della procedura di mobilità.
I lavoratori della K-Flex di Roncello alla manifestazione del 25 aprile a Milano
I lavoratori della K-Flex di Roncello alla manifestazione del 25 aprile a Milano Signorini Federica

Attendevano il 26 aprile come una data decisiva: ma anche l’ultimo incontro in Regione tra la proprietà K-Flex di Roncello e le organizzazioni sindacali in rappresentanza dei lavoratori mobilitati dal 24 gennaio contro 187 licenziamenti non ha dato esiti. Nessun accordo, un’altra fumata nera. E ora da parte dell’azienda, che non intende mantenere il sito produttivo in Brianza, possono partire le lettere di licenziamento individuali.

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L’esito del nuovo incontro infruttuoso è stato comunicato dall’azienda con una nota ufficiale: “Nonostante la disponibilità al dialogo e la partecipazione costante di K-Flex ai diversi tavoli di discussione con Istituzioni e Parti Sociali, non è stato possibile raggiungere un accordo per attenuare le conseguenze sul piano sociale della riorganizzazione che coinvolge 187 lavoratori in seguito alla chiusura della produzione presso lo stabilimento di Roncello”, si legge.

Nonostante una proposta “che incrementava significativamente, rispetto a quanto già proposto, il piano di incentivazione economica e confermava l’applicazione di strumenti di politiche attive (outplacement) aggiuntive a quanto messo a disposizione dalla Regione”.

I lavoratori il 4 maggio saranno in tribunale dopo aver avanzato contro l’azienda la richiesta di attività antisindacale e chiesto il ritiro della procedura di mobilità per il licenziamento collettivo dei 187 (emessa a fronte della soppressione della produzione in Italia, con concomitante potenziamento dello stabilimento produttivo in Polonia). L’azienda a fine 2016 si era impegnata a non aprire procedure di riduzione del personale per tutto il 2017.

“Il 4 Maggio ci sarà l’udienza dove confidiamo che la Giustizia possa restituire ai lavoratori i loro diritti e il rispetto degli accordi sindacali sottoscritti – scrivono i sindacati – Chiediamo alle Istituzioni, a tutti gli schieramenti politici e al Governo Italiano di mantenere il più ampio sostegno ai lavoratori e di produrre interventi immediati in grado di impedire che aziende che prendono finanziamenti pubblici e che vedono lo stato nella compagine azionaria delocalizzino e licenzino i lavoratori. La mobilitazione dei lavoratori K-Flex e il presidio permanente ai cancelli proseguono con determinazione in attesa che si pronunci la Giustizia”.