«Noi vorremmo avere la responsabilità di far ripartire le politiche del territorio dal territorio. Al governo chiediamo solo ridurre il costo del lavoro». È la richiesta che il presidente di Confindustria Monza e Brianza Andrea Dell’Orto ha rivolto direttamente al ministro del lavoro Giuliano Poletti. L’occasione, la tavola rotonda organizzata dal Cittadino di Monza in occasione della presentazione di “Top 500 Monza e Brianza”, la ricerca che in edicola giovedì e sabato 5 e 7 febbraio con il giornale.
Realizzata con PricewaterhouseCoopers, il laboratorio di Private Equity & Finanza per la crescita Claudio Demattè Research di Sda Bocconi con il sostegno di Banca popolare di Milano, Confindustria Monza e Brianza e Camera di commercio, è un’indagine su “un territorio di eccellenze, un modello per lo sviluppo del Paese”. Ed è questo il tema attorno al quale lunedì 2 febbraio, in Villa reale, si sono confrontati con il direttore del giornale Martino Cervo il ministro Poletti, Dell’Orto, il presidente della Camera di Commercio Carlo Edoardo Valli, il presidente della Lombardia Roberto Maroni, il sindaco di Monza Roberto Scanagatti.
«Siamo il Paese del però – ha detto il ministro – prima di ogni sì ci sono un sacco di però che soffocano le aziende. Certo le scelte del nostro governo hanno suscitato anche critiche» ha aggiunto prima di difendere interventi legislativi, ha detto, che sono stati presi «perché è il momento di agire». «Il problema delle aziende è l’incertezza continua», ha aggiunto: bisogna lasciare fare alle imprese quello che sanno fare, cioè impresa.
Le parole riprese da Dell’Orto, che però chiede di più: chiede di lasciare a un territorio come Monza e Brianza e alle sue imprese, capaci di creare coesione, occupazione e know how con le sue imprese, la possibilità di assumersi le responsabilità diretta del rilancio economico.
E se il sostegno deve arrivare, ha sottolineato, lo faccia con i tagli al costo del lavoro oppure, ha ricordato Carlo Valli, evitando di sacrificare le Camere di commercio che funzionano, come quella di Monza e Brianza, che ha saputo generare investimenti per milioni di euro. «Le Camere di commercio sono utili per il territorio – ha ribadito anche Maroni – In Lombardia funzionano, non si può pensare di intervenire con un provvedimento per tutti soffocando le specificità».
D’altra parte, dice Poletti, non è più tempo di politichese, «all’Italia servono fatti concreti» che non passano però, sostiene Maroni, da una modifica del titolo V della Costituzione che riporta le Regioni agli anni Settanta e riaccennar tutto a Roma».