Torna la passione per il panettone. E non solo nell’area ambrosiana, dove comunemente è considerato il dolce simbolo del Natale. A dirlo sono i dati: quello dell’aumento della produzione e della richiesta, anche all’estero. Così dicono gli indicatori analizzati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, che ha verificato lo stato di salute del settore a poche settimane dal 25 dicembre e mentre a Milano viene celebrata la festa del panettone.
“Il 68,9% delle imprese dichiara che il consumo è aumentato, anche molto, e solo il 13,8% ha visto una diminuzione – scrive la Camera – I clienti preferiscono la tipologia tradizionale, con uvetta e canditi, tra questi anche gli stranieri, stimati oggi attorno al 5% per circa tre panettieri e pasticceri su quattro. Rispetto allo scorso anno, spesa prevista in aumento per il Natale 2018 per 1 operatore su 3 mentre il 41,4% prevede stabilità e continuità rispetto al passato”. A dicembre quasi la metà dei pasticceri vende in media tra 10 e 30 panettoni al giorno e un’attività su dieci ne vende oltre 50 ogni giorno. “Le vendite del dolce tipico del Natale pesano tra l’11% e il 30% degli incassi del periodo natalizio per 1 imprenditore su 3 (31%), per il 24,1% invece oltre il 30% del fatturato del mese di dicembre è legato alla vendita del panettone”.
Da diversi anni è ormai attivo il disciplinare del “Panettone tipico della tradizione artigianale milanese” con annesso marchio promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, insieme a Confcommercio Milano, Confartigianato Imprese, Unione Artigiani, Comitato dei Maestri Pasticceri Milanesi e Associazione dei Consumatori: sono oltre 160 i pasticceri e i panettieri che aderiscono. “Ciò che distingue il panettone tipico della tradizione artigianale milanese è il fatto di essere realizzato secondo un regolamento tecnico, con determinati ingredienti, nelle proporzioni stabilite e seguendo le tecniche della lavorazione artigianale” anche se ci sono storie eterodosse di gran arte della lievitazione, come quella della tradizione lanciata da Achille Zoja a Concorezzo con il celebre panettone paradiso, una delle stelle del dolce in Italia: ha sempre raccontato che il disciplinare era il benvenuto, ma che il suo era molto oltre. E lo è davvero.
In ogni caso esiste una mappa dei produttori del “Panettone tipico della tradizione artigianale milanese” che include anche molti artigiani di Monza e Brianza. L’elenco:
I duls de Sant Bioeus
Via Volta 3, Monza
Pane e tulipani
Via Cairoli 8, Monza
Via Appiani 25, Monza
Via Volturno 37, Monza
Pasticceria Olmea
Via Vittorio Veneto 20, Monza
La bottega dei dolci di Trabattoni Valentina
Via San Vitale 125, Seregno
Pan tramvai
Via Carroccio 46, Seregno
Arte del dolce
Via V. Monti 12, Seregno
Pasticceria caffetteria gelateria Castano
Piazza Cuzzi 3, Besana in Brianza
Pasticceria Borromeo
Via Borromeo 29, Cesano Maderno
Pasticceria Carozzi
Via Giuseppe Mazzini 1, Muggiò
Pasticceria bar artigianale Nava
Via Amundsen 8, Monza
Pasticceria San Rocco
Via Settembrini 21, Lissone
Pasticceria Sala
Via Manzoni 30, Lissone
Vivi il dolce
Via Tagliabue 208, Desio
Il fornaio di via Galilei
Via Galileo Galilei 6, Nova Milanese
Il mercato dei dolci a Milano, scrive la Camera di commercio, vale 1,2 miliardi all’anno, con 1.828 imprese e 9mila addetti. “Sono le imprese attive nella produzione di pane, prodotti di pasticceria freschi, produzione di fette biscottate e di biscotti, di prodotti di pasticceria conservati, commercio all’ingrosso di zucchero, cioccolato, dolciumi e prodotti da forno e commercio al dettaglio di pane, torte, dolciumi e confetteria in esercizi specializzati”.
In Lombardia si traduce in oltre 24mila addetti, con quasi 5 mila imprese attive: un mercato da 2 miliardi all’anno. “L’export lombardo di dolci e prodotti da forno nel mondo ammonta a oltre 322 milioni di euro, nei primi sei mesi del 2018, il 17,7% dell’export nazionale. Milano è al primo posto in Italia per esportazioni di dolci nel mondo, tra le prime venti province italiane per export di dolci c’è anche Brescia con circa 45 milioni di prodotti esportati. Tra i principali mercati ci sono Francia, Regno Unito, Germania e Stati Uniti, Paesi Bassi, Svizzera Belgio, Svezia e Polonia.