Gli infermieri di Monza e Brianza aderiscono allo sciopero del 17 novembre

Il principale sindacato di categoria, il NurSind, ha aderito alla protesta del settore pubblico per il ricalcolo delle pensioni previsto dal governo.
Ospedale, infermieri - foto d’archivio
Ospedale, infermieri – foto d’archivio

Il sindaco degli infermieri NurSind di Monza e Brianza ha annunciato l’adesione allo sciopero del 17 novembre proclamato in tutto il settore dell’impiego pubblico: i motivi sono nella manovra di bilancio del governo Meloni nell’ambito delle pensioni, il cui ricalcolo, scrive il sindacato, “avrà serie ripercussioni sugli infermieri che già da anni (ancora prima della pandemia) denunciano stipendi molto bassi”.

“È da anni che denunciamo questi problemi e in tempi ancora non sospetti avevamo annunciato che in caso di emergenza sanitaria il sistema sarebbe andato in tilt – dice Donato Cosi, segretario territoriale del NurSind e componente del Comitato nazionale del sindacato -. È così è stato durante la pandemia: una pandemia che non ha insegnato nulla ai governi che all’epoca erano al potere e che poi si sono susseguiti. Una pandemia dove a rimetterci la salute, lo stipendio e in alcuni casi anche la vita sono stati proprio gli infermieri che in prima linea hanno combattuto per tre anni”.

Gli infermieri di Monza e Brianza, lo sciopero e gli ospedali del territorio

Le adesioni allo sciopero arrivano dall’intero comparto sanitario nazionale: per quanto riguarda gli infermieri, sul tavolo c’è anche il “mancato riconoscimento economico dei professionisti che disincentiva anche le nuove generazioni a intraprendere” il percorso occupazionale. “La mancata eliminazione dei tetti di spesa per le assunzioni e la sempre maggiore carenza di infermieri negli ospedali anche di Monza e della Brianza, con un carico di lavoro sempre maggiore per quelli assunti – aggiunge il NurSind – Peraltro quella dell’infermiere non è riconosciuta, malgrado lo sia, una professione usurante”

“Prima eravamo gli eroi, adesso ci dicono che il nostro lavoro non è usurante, e anzi ci tagliano anche le pensioni – conclude Cosi – Ma che cosa dobbiamo fare per far capire a chi ci governa che la sanità è un bene prezioso e un bene di tutti e se non si investe sulla sanità e i  suoi professionisti rischiamo davvero di far collassare il Paese?”.