Arcore: Peg Perego in sciopero contro i licenziamenti, la paura delle lavoratrici

Giovedì 19 giugno le lavoratrici e i lavoratori della Peg Perego di Arcore sono scesi in strada per uno sciopero con presidio. Come è andata.
Arcore sciopero e presidio Peg Perego
Arcore sciopero e presidio Peg Perego

Si sono dati appuntamento alle 9 di giovedì 19 giugno le lavoratrici e i lavoratori della Peg Perego di Arcore per uno sciopero con presidio. Un urlo disperato quello gridato dai lavoratori che il 30 settembre termineranno l’ultima cassa integrazione disponibile per l’azienda dopo anni di ammortizzatori sociali. Poi inizieranno i 90 licenziamenti, su 236 addetti, già annunciati dall’azienda, che nei primi cinque mesi di quest’anno ha già perso il 15% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2024 a causa dei dazi imposti sul mercato americano e dall’aumento della concorrenza cinese in Europa.

I lavoratori e le lavoratrici (l’80% degli esuberi previsti sono donne over 45 che lavorano alla Peg Perego da oltre vent’anni) hanno sfilato lungo via De Gasperi provocando l’inevitabile paralisi del traffico fino alle 10.30 quando poi hanno raggiunto i cancelli dell’azienda per il presidio.

Arcore sciopero e presidio Peg Perego
Arcore sciopero e presidio Peg Perego

Arcore: Peg Perego in sciopero contro i licenziamenti, i sindacati chiedono da tempo un confronto

«La Peg Perego continua ad esportare in Cina e non lascia nel territorio di Arcore l’occupazione – ha spiegato Gloriana Fontana, Fim Cisl Monza Brianza Lecco, in corteo con Adriana Geppert, Fiom Cgil Brianza – Da tempo chiediamo un tavolo di confronto con i vertici aziendali ma non abbiamo avuto alcuna risposta». Una crisi, quella del marchio di prodotti per la prima infanzia e di giocattoli, che dura da tempo.

«Il problema della denatalità che colpisce questi lavoratori e lavoratrici c’è da anni – ha aggiunto Geppert e da anni come organizzazione sindacale chiediamo all’azienda una diversificazione dei prodotti che vengono realizzati. Ci sarebbero tanti campi verso cui puntare per nuove produzioni. La scelta sciagurata di questa azienda invece è quella di aumentare le importazioni di prodotti cinesi per rimanere sul mercato. Tutto questo è inaccettabile e chiediamo che la produzione rimanga in Italia e che l’azienda ritiri i licenziamenti».

Arcore: Peg Perego in sciopero contro i licenziamenti, le lavoratrici sono tra le più vulnerabili

In testa al corteo, tra le bandiere dei sindacati, i cartelli con le loro richieste e le trombe da stadio, c’erano loro, le lavoratrici della Peg Perego, le più vulnerabili e tra tutti i novanta esuberi previsti quelle maggiormente esposte al licenziamento.
Come la madre divorziata, che da trent’anni lavora alla Peg Perego e che con il suo stipendio mantiene i due figli e la nipotina piccola. «Mi preoccupa molto l’idea di essere licenziata. Avendo in casa ancora i figli e anche la nipotina penso a loro, ma al momento non vedo molte soluzioni per me e le mie colleghe». Una storia, la sua, simile a quella di altre. «Da anni siamo dipendenti Peg Perego, fiere di esserlo – le fa eco una collega – Da tanti anni vediamo il lavoro spostarsi in Cina e questo non è giusto. Io sono madre single, ho una figlia a carico e un mutuo che dovrò pagare fino al 2046. L’idea che da ottobre potrei essere disoccupata mi fa stare male, mi manca la terra sotto i piedi. Queste cose non devono succedere. Lo Stato ci deve tutelare e non permettere alle aziende di delocalizzare il lavoro per risparmiare. Questo è il nostro primo sciopero ma ce ne saranno altri perché vogliamo lavorare».

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.