Quella sera si trattava del concerto numero zero. Poasco di San Donato Milanese, l’eroica cascina Ronco, una settimana fa, Lorenzo Monguzzi su un piccolo palco. Di fronte un gruppo di invitati alla prova pre-generale delle date che affronterà a partire da lunedì prossimo con qualcosa (tanto) di nuovo da offrire. Il suo primo disco da solista.
Già, il primo luglio, Carroponte di Sesto San Giovanni: una serata un po’ speciale. Il cantautore monzese, affiancato da Marco Paolini. Proprio così: quella sera, per la prima volta, non sarà l’attore veneto con l’accompagnamento musicale del monzese. Non sarà “Song n.32”, per esempio, quello che poi i Mercanti di liquore hanno trasformato nell’album “Sputi”. Sarà “Song n.14”: Lorenzo Monguzzi con l’accompagnamento teatrale di Marco Paolini (dalle 21.30, 12 euro), affiancati dalla Piccola orchestra variabile.
Per quella sera l’album prenderà corpo e sostanza e sarà un cd, il primo dopo il congelamento dell’avventura dei “Mercanti” e dopo quasi due anni di lavoro raccontati in parte, da Monguzzi, in un diario online. Si chiama “Portaverta”, il disco: undici canzoni che la Jole di Marco Paolini ha deciso di produrre in prima persona. Si tratta di undici canzoni per i tempi che corrono. Agrodolci, colte e popolari ma non pop, con tanti richiami alle atmosfere che i “Mercanti” hanno cantato per anni e che il monzese ha deciso di aggiornare soprattutto musicalmente. Le storie, intanto: piccoli coraggiosi antieroi disobbedienti, il dissenso nei confronti del gregge, l’ironia di chi non ha voglia di dire per forza sì e che anche quando sa che ne uscirà con le ossa rotte, va avanti senza doversi sentire sconfitto.
D’altra parte, canta Monguzzi, “si annunciano tempi difficili per le persone intelligenti” e qualche sospetto viene a guardare tutta quella gente cui è stato detto “di andare e noi si va”, senza troppe perplessità. Con l’idea che i tanti condizionali del “si potrebbe” che “non è mica si può” prima o poi trovino il loro indicativo presente, anche una sola volta. E con una concessione al dialetto ritrovato e sgabellato dalle appartenenze politiche della canzone che dà titolo all’album, “Portaverta”, porta aperta, soprattutto a chi ha qualcosa da condividere, senza aspettarsi nulla in cambio.
Se i temi sono mercanteschi sono le scelte musicali a segnare lo scarto tra i “Mercanti” e Monguzzi” solista, che allarga lo spartito a nuove scelte su e giù per meridiani e paralleli del mondo, grazie anche al contributo di tanti musicisti. Ma per scoprire di cosa si tratta, c’è il Carroponte.