Non mancheranno di far sentire la loro presenza. E forse, per chi si augura che la vicenda finisca con una salvifica prescrizione, sarà una presenza ingombrante. Ma gli ex dipendenti di Bames non hanno intenzione di lasciare che tutto si chiuda nel silenzio generale. Il prossimo 10 settembre, infatti, saranno nell’aula della Corte d’appello di Milano a seguire l’udienza che vede alla sbarra Vittorio Romano Bartolini, Giuseppe Bartolini, Luca Bertazzini, Riccardo Toscano, Angelo Interdonato e Salvatore Giugni, gli ex manager di Bames (ex Ibm e poi ex Celestica) finiti a processo e condannati in primo grado dal Tribunale di Monza per il crac aziendale a pene a vario titolo tra gli otto e i tre anni e otto mesi.
Una storia che si era conclusa non solo con il fallimento epocale dell’azienda, ma con uno strascico occupazionale da 850 lavoratori lasciati a casa da un giorno con l’altro. E di soldi dirottati su altre aziende e su conti in off-shore alle Cayman. Insomma, una brutta storia. Su cui però potrebbe calare in secondo grado la mannaia della prescrizione. Un’ipotesi non inverosimile se, come proposto dalla stessa Procura generale – che dovrebbe rappresentare l’accusa – , la corte accogliesse la richiesta di derubricare il reato da bancarotta fraudolenta a bancarotta semplice. Un destino che, sempre in appello, aveva arriso a Massimo e Selene Bartolini (condannati in primo grado a 4 anni e 8 mesi di carcere e poi derubricati e prescritti). e che ora vorrebbero bissare i manager a processo.
Caso Bames, ex dipendenti presenti a settembre all’udienza di Appello a Milano
Dopo la prima udienza, che si è tenuta i 4 giugno scorso, gli ex lavoratori si sono dati appuntamento a Vimercate per fare una prima valutazione sul da farsi. Una parte di loro è stata ammessa come parte civile, così come la curatela fallimentare e saranno sentiti in occasione dell’udienza del 10 insieme all’avvio della discussione da parte della difesa degli imputati.
«Il comitato degli ex dipendenti – spiega Gianluigi Redaelli, ex sindacalista che aveva seguito e segue ancora oggi la vicenda, – farà sentire ancora la sua voce e ha deciso che sarà presente a Milano in occasione dell’udienza per ribadire la necessità di ottenere giustizia». Il senso della loro presenza sarà proprio ribadire non soltanto la necessità di arrivare a sentenza, ma anche di ricordare a tutti il peso del primo grado di giudizio, al termine di un’indagine complessa e passata dalle mani non solo dei pm della procura monzese, ma anche dal tribunale fallimentare, che per primo aveva segnalato le presunte anomalie che avrebbero portato all’apertura del fascicolo penale. «Ai lavoratori non resta che attendere le decisioni che verranno prese dai giudici d’appello – conclude Redaelli – rimarcando la necessità di giustizia con la consapevolezza che qualsiasi sentenza non potrà ridare loro tutto quello che hanno perso. In ogni caso, per loro, chi ha causato questo disastro rimarrà comunque moralmente responsabile”.
Caso Bames: decisione definitiva non arriverà probabilmente all’udienza di settembre
E’ probabile che la decisione definitiva dei giudici non arrivi però all’udienza di settembre. In calendario, infatti, è stata fissata anche una ulteriore udienza per l’inizio di ottobre. Ed è qui che con ogni probabilità si scioglierà il nodo della eventuale derubricazione. Che peraltro arriverebbe dopo sette anni di processi, proteste, attese e disagi. Un calvario su cui gli ex dipendenti non vogliono ora vedere calare il sipario come su una vecchia storia da dimenticare