Vimercate, fallimento Bames-Sem Bartolini: bancarotta fraudolenta

I Finanzieri del Comando Provinciale di Milano, su ordine della Procura di Monza, hanno eseguito una serie di perquisizioni e notificato a nove indagati altrettanti avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta. Al centro delle indagini la famiglia Bartolini per il crac di Bames e Sem.
Romano Bartolini contestato dai suoi ex dipendenti
Romano Bartolini contestato dai suoi ex dipendenti

I Finanzieri del Comando Provinciale di Milano, su ordine della Procura di Monza, hanno eseguito una serie di perquisizioni e notificato a nove indagati altrettanti avvisi di garanzia per bancarotta fraudolenta. Al centro delle indagini la famiglia Bartolini ed alcuni manager e professionisti coinvolti nell’inchiesta aperta a seguito del fallimento della Bartolini After Market Electronics Services Srl, nota come Bames e della Services Electronic Manufactoring Srl, conosciuta come SEM. Si tratta di due aziende di eccellenza tra quelle del distretto tecnologico di Vimercate (MB), dove il settore dell’elettronica e delle comunicazioni è sbarcato negli anni settanta e che adesso sta attraversando un periodo di grave crisi. Bames e Sem, un tempo leader nei servizi di progettazione, sviluppo, produzione, assistenza e distribuzione di apparecchiature elettroniche, sui cui cancelli svettava il marchio Ibm, tra ottobre e fine novembre 2013, sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Monza.

La situazione debitoria e finanziaria delle aziende è stata definita dai giudici “strutturalmente compromessa”. Una vicenda molto delicata per gli oltre quattrocento addetti, in cassa integrazione, preoccupati per il loro futuro. Il fascicolo finisce così sul tavolo del Walter Mapelli, che apre un’indagine affidata alla Guardia di Finanza di Monza, per fare luce sulle cause del grave dissesto economico e finanziario delle due società ed individuare eventuali responsabilità. Da subito, in poco più di due mesi dalla dichiarazione di fallimento, prendono corpo alcune piste investigative e vengono delineati i ruoli delle persone coinvolte, ben nove. Attraverso un serrato esame delle perizie e dei bilanci societari i Finanzieri hanno ricostruito una serie molto articolata di operazioni per diverse decine di milioni di euro, che portano ad ipotizzare uno svuotamento delle casse sociali.

Un vero e proprio fiume di denaro uscito nel corso degli anni dalle due aziende poi fallite. L’attenzione del magistrato e della Guardia di Finanza sono concentrate, in particolare, su un contratto di lease back e su un finanziamento con i quali Bames ottiene circa 80 milioni di euro. Denaro che, in base alle ricostruzioni investigative, è servito per acquistare partecipazioni in altre società e per finanziare aziende del gruppo: Bartolini Progetti S.p.A, Gruppo Bartolini Progetti Spa, Pegasus Srl, Borghi Trasporti Spedizioni Spa., Fin Presto Spa, Finema Srl, H3 Srl., Multivendor Service Srl. Su ordine della Procura di Monza, i militari della Guardia di Finanza hanno notificato gli avvisi di garanzia, a firma di Mapelli, per concorso in bancarotta fallimentare aggravata a tre componenti della famiglia Bartolini ed a tre manager, membri del consiglio di amministrazione di alcune società del gruppo. Sono stati raggiunti da avviso di garanzia anche tre professionisti, componenti del collegio sindacale della Bames, accusati di non aver vigilato secondo legge. Nel corso delle perquisizioni presso i domicili dei nove indagati sono stati sequestrati diversi pc e documentazione, attualmente al vaglio degli inquirenti.

Sotto la lente della Procura e dei Finanzieri anche altri aspetti della gestione societaria che possono aver contribuito a creare la grave situazione debitoria accumulata nel tempo dalle due aziende fallite. Ma non solo, le indagini mirano anche ad individuare eventuali illeciti patrimoni, costituiti con fondi distratti in pregiudizio dei creditori e dei dipendenti delle società.